Per stare in piedi De Vivo dovrà accontentarne molti, a partire da Mauro
24 Maggio 2012
Il neo sindaco Ugo de Vivo sta per prendere possesso dei suoi uffici a Palazzo San Francesco, il Municipio di Isernia. Probabilmente è ancora in preda all’euforia della vittoria, ma di sicuro ha già diversi dubbi che gli ronzano per la testa. Sì, perché passato il grosso scoglio dell’elezione è adesso che verranno altre difficoltà. Per alcuni aspetti, forse, anche più complicate da gestire.
Il caso di Isernia, infatti, è estremamente insolito e rappresenta un quadro difficilissimo da decifrare. Sindaco di centrosinistra, maggioranza in Consiglio comunale di centrodestra. La famosa “anatra zoppa”, di cui tutti ormai parlano, ma della quale un po’ tutti, fino a venti giorni fa, ignoravano l’esistenza. Adesso se la trovano davanti agli occhi e non possono che farci i conti. Primo ostacolo per il nuovo primo cittadino: la composizione della Giunta comunale. Chi sarà nominato assessore? Naturalmente, pioveranno richieste da tutte le parti. In fila con il biglietto in mano ci sono in primis Pd e Idv (con tre eletti a testa), poi c’è Sel che rivendica il suo ruolo nella vittoria, ma anche la lista civica “Isernia che vorrei”. Tutti esigono spazio, tutti dovranno in qualche modo essere accontentati. Perché De Vivo non ha il potere di dire “no”, non può assolutamente permettersi di perdere pezzi per strada. Anzi, deve guadagnarne qualcuno.
Ed è così che lo spazio in Giunta dovrà trovarlo non solo alle liste che lo hanno sostenuto, ma anche a qualcuno tra quelli che non erano con lui al primo turno, ma che non hanno nemmeno appoggiato Rosa Iorio. Parliamo di Futuro e libertà, la lista che fa capo all’ex presidente della Provincia di Isernia, Raffaele Mauro, forse il vero vincitore della battaglia per le Comunali. Senza scendere a patti con il centrodestra, ma neanche appoggiando apertamente De Vivo, Mauro si è messo in una posizione “terza” garantendosi mani libere e scegliendo la strada dell’autonomia. Ora la situazione volge a suo favore e, per assicurare l’appoggio alla maggioranza di centrosinistra (che maggioranza non è), chiederà di sicuro un passo in avanti di De Vivo. Un assessorato, insomma, per “cementare” la nuova alleanza. Anche in questo caso De Vivo non potrà dire di “no”, dovrà con ogni probabilità scendere a patti.
I numeri, però, sarebbero contrari anche nel caso in cui dovesse entrare (perfino) il partito di Gianfranco Fini nella casa del centrosinistra. Il centrodestra ha 21 eletti, De Vivo conterà su appena 11 voti. Poco o nulla per pensare di poter far passare provvedimenti in Consiglio, come il bilancio preventivo che sarà votato tra qualche settimana. Oggettivamente, insomma, i problemi sul tavolo sono evidenti. Sulla sua poltrona da sindaco, De Vivo, ancora nemmeno ci si è seduto che già traballa. Il ritorno alle urne è lì dietro l’angolo e tutti lo sanno. La coperta è troppo corta: se tiri di qua si “scopre” Sinistra e libertà. Se tiri di là si lascia fuori Fli, con tutte le conseguenze del caso.
A questo punto la capacità di amministrare di De Vivo dipenderà, paradossalmente, dai consiglieri eletti con il centrodestra. Bisognerà vedere come si comporteranno, se saranno compatti nel fare opposizione oppure se qualcuno cederà alle sirene del Pd e accetterà di “dialogare” costantemente con il centrosinistra. Un’ipotesi plausibile, dal momento che qualsiasi consigliere eletto faticherà molto a mettere a repentaglio la propria sudata elezioni portando di nuovo la città verso il voto. Se il Pdl riuscirà a tenere a bada facili protagonismi e saprà gestire questa delicata fase post-sconfitta potrà anche riuscire a capovolgere le cose. Trasformando la batosta in una mezza vittoria.