Per una riforma delle Camere di commercio

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Per una riforma delle Camere di commercio

Per una riforma delle Camere di commercio

12 Giugno 2014

Le Camere di Commercio sono istituzioni improntate al principio di sussidiarietà, le uniche istituzioni in cui la governance è formata dai soggetti della società civile in ambito economico. Per questa ragione, sono anche le uniche istituzioni costitutivamente amiche delle imprese e rappresentano la “casa” dell’economia dei nostri territori. In moltissimi casi, sono la “porta d’ingresso” per le micro, piccole e medie imprese che vogliono misurarsi con l’economia globale.

Esse hanno contribuito significativamente, e contribuiscono tutt’ora, all’infrastrutturazione economica del territorio (fiere, aeroporti, infrastrutture per la mobilità delle merci, ecc.) e svolgono funzioni importanti per il sistema economico. Oltre a tenere in modo efficiente il Registro delle Imprese, svolgono un ruolo importante per la velocità della giustizia civile (conciliazione), per il sostegno al credito attraverso i confidi, per il sostegno dell’export delle piccole imprese. In molti casi, svolgono un ruolo di supporto decisivo all’innovazione. In questi anni, hanno anche supplito alla carenza dei comuni che non sono in grado di gestire lo sportello unico.

Molte Camere di Commercio svolgono con grande efficacia la loro funzione, ma non tutte sono efficienti. Tutti gli enti pubblici devono contribuire al risanamento delle finanze pubbliche eliminando gli sprechi. Tutte le istituzioni devono innanzitutto ripensare la propria missione e la loro funzione strategica. Anche le Camere di Commercio.

Il Nuovo CentroDestra sostiene con forza la necessità di una profonda riforma del sistema camerale, al fine di metterlo in grado di sostenere la crescita, che è l’obiettivo prioritario del Governo, in modo efficace, efficiente ed economico.

Le linee di riforma delle Camere di commercio, per il Nuovo CentroDestra devono concentrarsi innanzitutto sui nuovi obiettivi e sulle nuove funzioni da attribuire alle Camere di Commercio, quindi allo snellimento della loro organizzazione ed alla riduzione dei costi a carico delle imprese.

a)    Obiettivi e funzioni. Le Camere possono svolgere ruoli nuovi e utili all’economia del futuro: ad esempio, possono essere tutori delle imprese rispetto alle altre burocrazie (anche con poteri sostitutivi), gestire la borsa lavoro nazionale per incrociare domanda e offerta di lavoro, partecipare al progetto di digitalizzazione dei territori e delle imprese (e-commerce), svolgere un ruolo di interfaccia tra sistema della ricerca e sistema delle piccole imprese, sostenere con voucher le piccole imprese per la partecipazione a fiere internazionali, connettere le piccole imprese alle agenzie nazionali (ICE, Sace, Simest, ecc.).

b)    Riforma organizzativa.
–    Riduzione del numero delle Camere di Commercio a 40 (il solo livello regionale sarebbe ingestibile in grandi regioni), con criteri di sostenibilità economica e funzionale;
–    Revisione delle Aziende speciali in base al criterio di effettiva necessità e con una dimensione minima regionale;
–    Conferimento del patrimonio (immobili e partecipazioni) a un soggetto di livello regionale demandato anche a valutare cessioni e valorizzazioni;
–    Revisione e riduzione dei consigli camerali a 18 membri – con partecipazione a titolo gratuito -, di cui 15 per i settori (Commercio, Agricoltura, Artigianato, Industria ed Economia sociale) e 1 ciascuno per Credito, Consumatori, Sindacati e Professioni;
–    Giunte camerali di 6 membri eletti dal Consiglio (1 per settore, più il Presidente); revisori dei conti estratti a sorte tra gli iscritti all’albo nel territorio di riferimento;

c)    Riduzione dei costi per le imprese.

–     Esclusione dalla corresponsione dei diritti camerali per le start-up per i primi 3 anni. In alternativa, riduzione per tutte le imprese del 25 per cento.

Abbiamo scelto di stare al Governo per riformare l’Italia e per sostenerne la crescita: la riforma delle Camere di commercio costituisce un passaggio essenziale per la ripartenza dell’Italia e per una riforma della Pubblica amministrazione che sia a fianco dei cittadini e delle imprese. Per questo, la sosterremo con forza.

* Responsabile Sviluppo Economico Ncd