Per Veltroni la meglio destra è Cardini

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Per Veltroni la meglio destra è Cardini

28 Agosto 2007

Non è vero che è troppo buono per non scontentare nessuno e tirare a
campare: semplicemente “non odio nessuno, ho rispetto e curiosità per gli
altri, preferisco unire anziché dividere. Ma non ho mai avuto timore di
esprimere idee controcorrente…”. Peccato che per ogni idea controcorrente coraggiosamente espressa, Walter
Veltroni si premuri di manifestarne un’altra di segno opposto che invece la
corrente la segua senza la benché minima variazione di percorso.

E così nella lunga intervista rilasciata ad Aldo Cazzullo, il candidato
alla segreteria del Partito democratico non si smentisce, e trova il modo di
spargere miele a piene mani in campo avversario: di persone stimabili nel
centrodestra ce ne sono molte, assicura il sindaco di Roma, per esempio Beppe
Pisanu, Stefania Prestigiacomo e Letizia Moratti.

Quando arriva agli “intellettuali” di destra, Veltroni si fa però più
selettivo, e a dimostrazione del suo ecumenismo politico e culturale evoca come
“uomo di straordinaria levatura” il solo Franco Cardini, medievalista fiorentino.

Sulla collocazione politica di quest’ultimo si è molto dibattuto:
considerato a lungo ortodosso custode della vera destra italiana, ha suscitato
qualche mal di pancia sostenendo che “l’immagine di un Ahmadinejad che auspica
la distruzione apocalittica d’Israele è politicamente ridicola e moralmente
infame” (vale a dire che il presidente iraniano non ha mai sognato di sostenere
tutto ciò), che “le avventure militari in Afghanistan e in Iraq sono delle
infamie”, che “appoggiare il governo Bush è criminale”.

Qualcuno tra le file della destra nostalgica che alle stelle e strisce
preferisce la kefiah gli strizza l’occhio, per lo più in privato. Ma di certo
non dev’esser stata per Veltroni una gran fatica tessere le lodi di un
pensatore talmente tanto organico alla coalizione berlusconiana che quando si
candidò al Comune di Firenze con un gruppo di liste civiche, al ballottaggio
invitò i suoi sostenitori a non votare il candidato della Cdl e tantomeno
l’uscente ulivista Domenici “che ha governato in perfetto stile centro-destra”.

Ma forse il progetto di Veltroni è un altro, e l’attestato di stima
affidato alle colonne del Corriere della Sera sta a significare che al posto
della Festa dell’Unità il supercandidato magari sogna una presentazione in
grande stile dell’ultimo libro al quale Cardini, assieme a Giulietto Chiesa ed
altri, ha ritenuto di dare il suo contributo: si chiama “Zero”, e sostiene che
gli attentati dell’11 settembre gli americani se li sono fatti da soli.

Ma Walter è fatto proprio così: ama l’America e ama Cardini e non ci
trova niente di strano.

(c.p.)