Perché Casini vuole far saltare il tavolo Rai

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Perché Casini vuole far saltare il tavolo Rai

13 Marzo 2008

Dopo il quadro politico adesso l’Udc cerca di far saltare il
tavolo in Rai. E precisamente quello del settimo piano di viale Mazzini.
L’offensiva è partita ieri quando Marco Staderini, uomo di Casini nel CdA, ha
sbattuto la porta abbandonando la riunione del consiglio. Un gesto forte per
denunciare gli “accordi di spartizione all’interno del CdA in una logica di
veltrusconismo”.

A far saltare i nervi ai centristi sono state le ultime nomine
fatte ieri dal vertice Rai, dove l’Udc non ha toccato palla. Cariche che da tempo dovevano essere rinnovate e su cui per la verità i giochi
erano stati fatti molto in anticipo. Che Alberto Contri per esempio dovesse
lasciare il posto di amministratore delegato di Rai Net lo si sapeva da mesi (presidente è stato nominato Gianpaolo Rossi e amministratore delegato  Piero Gaffuri).

Tutto
deciso da tempo anche per la scelta del sostituto di Deborah Bergamini al
settore Marketing dove è andato Luigi Matteucci, vicino al Pdl. Un incarico ad
interim, visto che quest’ultimo ha già due direzioni nell’Azienda. E proprio
questa nomina ha fatto andare su tutte le furie Staderini e l’Udc.

Ancora oggi
dalle colonne di “Liberal” il consigliere schiuma rabbia attaccando la scelta di Matteucci, il quale secondo lui “non ha l’esperienza specifica e necessaria
per ricoprire quel ruolo”.

In realtà boatos d’Azienda spiegano che l’Udc aveva
accarezzato il sogno di portare a casa questa nomina, così strategica ed
importante. E c’erano stati persino degli ammiccamenti verso il direttore
generale Claudio Cappon per cercare di convincerlo a nominare se non proprio un
uomo di provata fede “uddiccina” almeno una persona amica.

Invece le cose sono
andate diversamente ed è scattata la rappresaglia.

Dal CdA e dai singoli
consiglieri prevale, almeno per ora, il silenzio accompagnato da un secco “ce lo
aspettavamo”. Infatti la mossa di Staderini non ha sorpreso nessuno ed anzi
come raccontano alcuni consiglieri “da giorni si registrava una certa tensione,
quella che di solito anticipa le crisi”. Ed infatti crisi c’è stata che al
settimo piano riconducono ad una strategia più ampia portata avanti dall’Udc e
che vede il CdA solo uno dei fronti.

“Come Casini attacca Pd e Pdl accusandoli
di fare inciuci – confida uno dei consiglieri – adesso Staderini inizierà a
declinare la stessa strategia qui in Rai. Almeno fino alla permanenza
dell’attuale CdA”.

Una tattica speculare che cerca quindi di far irrompere il
tema del “veltrusconismo” anche nell’Azienda di viale Mazzini. Un modo pure per
scongiurare che il bipolarismo possa mettere radici anche dalle parti della
Rai, ponendo in pericolo le posizioni di potere che nel tempo l’Udc ha
acquisito.

E il potere centrista in Rai è ancora molto diffuso ed ampio. Lo
dimostra il fatto che Casini continua ad essere uno dei leader più presenti
sugli schermi Rai, riuscendo in alcuni casi anche a battere la concorrenza di
Berlusconi e Veltroni. Ad esempio fino a sabato scorso l’ex presidente della
Camera sul Tg1 di Riotta vantava 22 presenze, tante quante quelle del
Cavaliere. Ed ancora meglio al Tg3 dove con 20 presenze Casini fino a qualche
giorno fa era riuscito ad imporsi su Berlusconi fermo a 18 apparizioni tv. Altro
che “veltrusconismo” o grande inciucio. Il tutto grazie ad una rete di persone,
incarichi ed amicizie che garantiscono al partito di Casini una posizione di
privilegio.

Ad esempio, tra i vertici di viale Mazzini può contare su una
pattuglia nutrita di uomini di riferimento come il vicedirettore generale Giancarlo Leone oltre allo stesso
Staderini.

Senza dimenticare Lorenza Lei
e Lorenzo Vecchione rispettivamente
direttore delle Risorse Tv ed amministratore delegato di RaiSat. Guardando poi
ai Tg c’è Angela Buttiglione, numero
uno dei Tgr mentre al Tg2 i centristi possono contare su Tommaso Ricci, caporedattore, e Marcello Masi, vicedirettore.

Anche nel Tg3 Casini riesce a dire la
sua grazie a Danilo Scarrone
vicedirettore del telegiornale della terza rete.

Ma è al Tg1 che l’Udc può
dirsi davvero “coperta”. Fuori Francesco
Pionati
, in quanto parlamentare, che però dopo queste elezioni dovrebbe
rientrare, Riotta ha garantito all’ex presidente della Camera due punti di
riferimento: Alberto Matano e Francesco Giorgino senza parlare di Marco Frittella vicino alla ex-Margherita
ma ben disposto verso lo stesso Casini.

Ed infine c’è la Radio: anche qui l’Udc
può vantare contatti importanti. Come quello di Flavio Cucciante che si occupa ormai da anni del settore personale
del Giornale Radio. E poi c’è Fabio
Comini
, redattore del politico e Fabio
Cioffi
responsabile della musica di Radio 1.

Una mappa del potere vasta ma
anche ben articolata. Il vero segreto del potere di Casini, un potere che non
ha assolutamente voglia di perdere.