Perché Grillo ha paura di Napolitano

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Perché Grillo ha paura di Napolitano

Perché Grillo ha paura di Napolitano

06 Agosto 2013

Beppe Grillo ha paura, paura di Giorgio Napolitano. Oggi il comico dal suo blog ha chiesto al Presidente di fare un passo indietro, di cedere il testimone a un altro presidente che sciolga le Camere e "proponga scenari diversi da quello attuale". Secondo Grillo, Napolitano ha compiuto un doppio azzardo, "voler rimanere per un altro settennato e accettare un governo condizionato da Berlusconi imputato in più processi". Il comico non mette in discussione la "buona fede" del presidente, ma poi alza la baionetta e spara: "Le sue decisioni si sono rivelate un rischio maldestramente calcolato, hanno consegnato il Paese all’immobilità per mesi mentre l’economia franava".

Segue solita retorica sulla prima repubblica, solito insulto "è il vero punto di riferimento di un governo di nani", e la richiesta, questa inedita, di cedere il passo a un altro Presidente. Ora, a parte il fatto che Grillo deve aver dimenticato com’è andata l’ultima elezione per il Quirinale, con tutti i nomi proposti bruciati finché si è dovuto scomodare "Re Giorgio", a parte il fatto che con la patrimoniale e il reddito minimo garantito l’economia invece di franare sarebbe collassata definitivamente, c’è un altro motivo per cui Grillo ha paura di Napolitano. E cioè il fatto che il Presidente può contare, sia all’interno del Governo che nelle forze di maggioranza, di un nutrito numero di forze moderati e responsabili, tutti quelli che a destra come a sinistra qualcuno vorrebbe far passare come "traditori" e che invece stanno cercando di evitare che da settembre o ottobre l’Italia divenga nuovamente un "sorvegliato speciale".

La grande paura, dei grillini ma non solo loro, è che Re Giorgio, senza farsi tirare la giacchetta da nessuno, decida di "fare catenaccio", di appoggiare fino in fondo l’esecutivo, i suoi provvedimenti economici, le riforme, e, last but not least, di esercitare quella "persuasione" necessaria – in primo luogo sul Pd – affinché Berlusconi non sia cacciato dal Parlamento come un rubagalline qualsiasi ma gli venga riconosciuto ancora uno spazio di manovra politica: perché è il leader di un grande partito, perché ha preso milioni di voti alle elezioni, perché rappresenta un pezzo della storia italiana degli ultimi decenni. Se saltasse Letta, e se mai Napolitano dovesse accettare il passo indietro chiesto da Grillo, vedremo cosa saranno capaci di fare gli altri, vedremo cosa succederà all’Italia. Un assaggio lo abbiamo già avuto, con i balletti inconcludenti dopo le elezioni tra grilli e piddini fautori "del cambiamento". Sappiamo com’è andata a finire.