Perché i moderati saranno la vera sorpresa delle Regionali

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Perché i moderati saranno la vera sorpresa delle Regionali

06 Maggio 2015

«Si era detto che volessimo costruire alle regionali alleanze a macchia di leopardo, ma abbiamo smentito questa accusa con i fatti. In tutte e sette le regioni al voto ci siamo presentati come alternativa al Pd, abbiamo compiuto una scelta di coerenza e allo stesso tempo abbiamo posto un paletto ben preciso: noi non abbiamo nulla a che fare con il partito della crisi, che come una pulce sotto l’ala dell’aquila vola tanto più in alto quanto più la crisi morde. Un partito che in Italia si chiama Salvini e altrove si chiama Le Pen, Farage, Podemos. Costruire un’alternativa alla sinistra significa non lasciare a Renzi e al Pd il monopolio del buon senso e contendere loro quell’elettorato moderato e mobile che di volta in volta si orienta rispetto alle proposte e ai programmi». Con queste parole Gaetano Quagliariello ha aperto oggi a Roma la campagna elettorale in vista del voto per il rinnovo dei Consigli regionali il prossimo 31 maggio.  

«Nel passaggio da Ncd ad Area Popolare – ha spiegato il coordinatore nazionale del Nuovo Centrodestra – abbiamo portato con noi tutto il bagaglio delle battaglie e dei risultati di quest’anno e mezzo. Ora, con le prossime regionali e con le aggregazioni formatesi sui territori, vogliamo dimostrare che Area Popolare è qualcosa di ancora più grande, un progetto destinato a crescere». L’approvazione dell’Italicum secondo Quagliariello apre una nuova stagione politica e rappresenta «una sfida per quanti non credono a un bipartitismo tra Matteo e Matteo». Queste regionali costituiscono quindi un passaggio fondamentale nel processo di costruzione di un grande partito popolare «fondato sulle persone, sulle comunità, sui corpi intermedi, sulle famiglie, sulle associazioni di categoria». Su tutto ciò – ha concluso il coordinatore Ncd – che in questo anno «noi abbiamo difeso dalle ruspe».

Il prossimo 31 maggio alle elezioni regionali ci sarà «la reazione di chi non accetta i modi di Salvini, di chi non aderisce ai diktat di Forza Italia, di chi dice no all’egemonia del Pd», si dice sicuro Angelino Alfano, il quale ha parlato di «una grande scossa tellurica che sta producendo nel Paese un’area moderata alternativa al Partito democratico». Abbiamo scelto la strada più impervia e difficile, ha chiosato il leader di Ncd, ossia quella di fondare prima un partito e poi di costruire un’area politica più grande che si rivolge «al buonsenso degli italiani». Per non consegnare il Paese alla sinistra e per non andare appresso a chi come Salvini pretenderebbe, proprio ora che i segni di ripresa si fanno concreti, di portarci fuori dall’euro e fuori dall’Europa.