Perché il Democratellum complica la vita agli elettori
17 Giugno 2014
Il democratellum, proporzionale, con preferenze e senza premio di maggioranza, è praticamente l’opposto dell’Italicum, maggioritario, senza preferenze e con premio di maggioranza. Di cosa parleranno Grillo e Renzi (o chi per loro) durante lo streaming resta un bel mistero.
Leggendo spizzichi della proposta di nuova legge elettorale di M5S, però, salta all’occhio un aspetto in particolare: la “preferenza negativa”. Ovvero c’è un voto di preferenza – e noi preferiamo le preferenze – ma il voto può essere dato, appunto, anche in modo “negativo”, cioè l’elettore può penalizzare un candidato che non gli piace cancellando il suo nome dalla lista.
Non c’interessa tanto giudicare i rischi di sistemi dove gruppi più o meno organizzati a livello territoriale, capaci di raccogliere tanti voti, possono azzoppare i cavalli di razza del loro stesso partito… per il semplice fatto che sono sgraditi (anche i ‘candidati di opinione’ ne uscirebbero sfavoriti). Sappiamo infatti che con la modellistica elettorale come fai sbagli, ogni sistema ha i suoi pro e suoi contro, punti di forza e di debolezza, minacce e opportunità.
Piuttosto vogliamo immedesimarci con il povero elettore chiuso nella cabina e costretto a fare i conti con la scelta della lista, la preferenza positiva e pure la negativa. Forse lo scambierebbe per il gioco delle tre carte, uscendo imbambolato in cerca di aria fresca. Insomma, se si voleva semplificare la vita ai cittadini, con la preferenza negativa M5S ha toppato un’altra volta.