Perché l’affaire lavavetri ha messo a nudo la sinistra
31 Agosto 2007
di Paolo Amato*
L’assessore Cioni ha ragione: basta con i lavavetri! Ben venga quindi l’ordinanza di Palazzo Vecchio – da lui voluta – che vieta : “l’esercizio del mestiere girovago di lavavetri in tutto il territorio comunale”.
Certo, Cioni poteva anche intervenire prima, senza aspettare che i lavavetri diventassero così numerosi ed aggressivi e fossero organizzati dalla malavita. Gli va però riconosciuto il merito di essere comunque uscito dal sonno che affligge i suoi inerti colleghi di Giunta. Arriverà magari in ritardo sui problemi, ma perlomeno – a differenza di altri assessori – cerca di arrivarci. Il suo limite, semmai, è che non riesce a dare continuità e concretezza alla propria azione. Tanto da ridurla alla semplice enunciazione di principi mai seguiti da fatti o all’inutile emanazione di grida manzoniane… Il che finisce, purtroppo, per renderlo un amministratore scarsamente credibile. Lo dico non per pregiudizio di parte, ma per esperienza vissuta.
Cioni è stato l’uomo della Provvidenza che avrebbe dovuto salvare Firenze dall’abusivismo, e sappiamo tutti com’è finita: con il mercatino multietnico di Lungarno Pecori Giraldi ( che, oltre ad aver rappresentato una concessione all’illegalità, grava sulle tasche dei contribuenti) totalmente disertato: e con il centro storico ancor più invaso da abusivi che, ogni giorno, spacciano illegalmente merce contraffatta. Cioni è stato poi il grande architetto che avrebbe dovuto risanare Firenze dal degrado, e sappiamo tutti com’è finita: con una costosa reclame dal titolo “ama Firenze” ; e con un peggioramento delle condizioni di incuria, di sporcizia e di inciviltà. Cioni è stato infine lo sceriffo nostrale che avrebbe dovuto assicurare a Firenze legge ed ordine, e sappiamo tutti com’è finita: con un aumento di atti criminali, violenti ed illegali, compiuti il più delle volte da immigrati clandestini; e con la diffusione in città di un profondo sentimento di insicurezza.
Ora, il nostro volenteroso assessore, pare essersi deciso a diventare, tardivamente ma giustamente, il flagellatore dei lavavetri. Ebbene, vogliamo per caso scommettere su come andrà a finire l’intera vicenda? Dopo fermi e retate, cadute la tensione e l’attenzione, tutto tornerà come prima. Le stesse polemiche o strida, come quella del Ministro rifondarolo Ferrero (che ha bocciato l’ordinanza comunale), serviranno alla fine per giustificare il nulla di fatto. La questione non risiede perciò nella singola volontà o capacità dell’assesore Cioni, quanto piuttosto nella condizione politica in cui egli si trova ad agire. Una condizione politica che rende impossibile qualsiasi seria iniziativa volta al contrasto del degrado, alla repressione della illegalità e al mantenimento dell’ordine pubblico. Perché Cioni (anche se talvolta finge di dimenticarlo) fa parte di un centrosinistra che – nei fatti – dimostra di non volere il rispetto dell’ordine e della legge in città. Di un centrosinistra che, per anni, ha addirittura negato l’esistenza stessa del degrado. Di un centrosinistra che, per mesi, ha ostinatamente rifiutato il confronto in Consiglio comunale sui temi della sicurezza. Di un centrosinistra che si è sempre opposto alla realizzazione, in Toscana, di un Centro di Permanenza Temporanea per clandestini, previsto peraltro dalla legge Turco-Napolitano. Di un centrosinistra infine il cui Governo centrale intende smantellare la Bossi-Fini, per meglio spalancare le porte d’Italia ai clandestini di tutto il mondo…
Mi si dirà che chiunque, persino un centrosinistra del genere, può cambiare idea ed evolvere nella consapevolezza della drammaticità dei problemi vissuti quotidianamente dalla gente. Per capire, però, che non è il nostro caso basta considerare il fatto che il centrosinistra fiorentino e toscano sta attualmente trattando l’ingresso di Rifondazione Comunista nelle giunte della Regione e del Comune capoluogo. E, com’è ormai universalmente noto, Rifondazione è un partito che, opponendosi al concetto di “legge e ordine”, fa della tolleranza totale verso l’abusivismo, la clandestinità e una certa illegalità la propria orgogliosa bandiera. Ragion per cui il mitico assessore Cioni (che pur mi è simpatico) rischia di fare, in tale situazione e per l’ennesima volta, la figura dello sceriffo con la pistola ad acqua e la stella di latta. Come a dire che, a palazzo Vecchio, continuano a giocare.
*Senatore di Forza Italia