Perché l’Espresso ha dichiarato guerra a Clemente Mastella?

Banner Occidentale
Banner Occidentale
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Perché l’Espresso ha dichiarato guerra a Clemente Mastella?

18 Settembre 2007

Clemente Mastella. Di questi tempi dalle parti del ministro
della Giustizia non tira una bella aria. Non riguarda però il suo dicastero.
Anzi lì si puo’ dire che la situazione sia tranquilla. Messa in cassaforte – con
il pieno e convinto sostegno dei magistrati – la riforma della giustizia, il
leader dell’Udeur pensava di essere tranquillo. Ma quello che ora agita i sonni
di Mastella è il clima che si è creato attorno a lui negli ambienti del
centrosinistra e soprattutto nella stampa di area.

Che non ci fosse stata
sempre cordialità di rapporti con gli alleati, questo Clemente da Ceppaloni lo
sapeva fin dall’inizio. Quello che non si aspettava era una vera campagna
contro di lui. A muovere guerra “L’Espresso” (settimanale che fa capo al Gruppo
Editoriale L’Espresso appunto, e che edita anche “La Repubblica”)  che da un paio di settimane ha preso di mira proprio
il Guardasigilli. Un attacco che appare quantomeno strano, visto che proviene
direttamente da sinistra e contro un ministro di un governo di centrosinistra. In
effetti il settimanale già in altre occasioni aveva riservato al ministro attenzioni
non proprio lusinghiere. Ma quello che sorprende è che nelle ultime settimane
il livello dello scontro si è alzato. Prima l’inchiesta sulle case ai
politici a prezzi stracciati, dove Mastella compare con un articolo molto
tagliente già nel titolo “Quei figli di papà in via Arenula”. Poi l’affondo di venerdì
scorso e il Guardasigilli sbattuto in prima pagina con questo titolo: “Chi ha
ucciso la giustizia”. Al centro dello “scandalo” il viaggio di Mastella con
tanto di prole al Gran Premio di Monza a bordo di un aereo di stato.
All’interno colonne di accuse al ministro, foto che lo attaccavano per l’ennesimo
scempio di denaro pubblico. Manna dal cielo per un’Italia che in questo momento
sente soffiare il vento dell’antipolitica. E a poco è servito spiegare che su
quell’aereo c’era anche il ministro Rutelli, che il Guardasigilli era stato
invitato in veste ufficiale al Gran Premio. L’effetto del settimanale è stato
devastante. Lo stesso leader del Campanile dicono che quando lo abbia visto sia
sobbalzato dalla poltrona. In altri tempi questo onore sarebbe toccato a
Berlusconi, che in passato si è beccato copertine e titoloni altrettanto forti.
Adesso a Mastella. E sta proprio qui il punto.

Al di fuori del valore in sé
della notizia, come mai “L’Espresso” ha sferrato un attacco così forte nei
confronti di quello che è un ministro e leader della maggioranza di
centrosinistra? La copertina di venerdì indica che qualcosa nella maggioranza è
accaduto. La mossa del giornale di De Benedetti non è casuale e i mandanti sono
da ricercarsi direttamente nello schieramento di centrosinistra. Per almeno due
ragioni. Una politica, l’altra aziendale. Vediamo la prima.

Da tempi ormai
l’Udeur ha voltato le spalle a questa maggioranza. Appena ieri in un’intervista
al Corriere della Sera Mastella preconizzava la caduta del governo a breve. In
effetti alcuni dicono che tutto sia iniziato all’indomani dello scontro con
Michele Santoro nella puntata di “Anno Zero” dedicata ai Dico. Da allora il
rapporto si sarebbe incrinato, ma nei mesi successivi altri fattori si sono
uniti. L’aria intorno a Prodi è diventata irrespirabile. I sondaggi si
susseguono e costantemente indicano la perdita di consenso del governo. Il
Partito Democratico che non scalda i cuori dell’elettorato e un Cavaliere che
va sempre più a gonfie vele. Tutti segnali che un politico astuto come Mastella
non poteva non considerare. L’approdo, quindi, è cosa fatta. Mancano solo i
dettagli e a Telese Terme durante la Festa nazionale Mastella proprio di questo
avrebbe parlato con Berlusconi e i suoi luogotenenti. E sul tavolo avrebbe
anche posto la questione della candidatura a presidente della Regione Campania nella
prossima tornata elettorale, che Mastella vorrebbe ritagliare per la propria
moglie, attualmente presidente del Consiglio regionale della Campania. In quota
CdL, chiaramente. Eventualità tutta da verificare, ma lo stato maggiore azzurro
non sembra contrario a questa ipotesi, visto che con l’Udeur il centrodestra vincerebbe. Comunque per i tempi del passaggio bisognerà aspettare ancora un po’. Tutto
dipenderà dall’evoluzione della Legislatura.

Non c’è solo politica nell’attacco
de “L’Espresso”, anche ragioni aziendali. O sarebbe meglio dire affari. E qui
potrebbe esserci conflitto d’interesse per “L’Espresso”. Infatti poco prima della
pausa estiva l’Udeur annunciò la sua decisione di non sostenere il ddl
Gentiloni. Giungendo addirittura a sostenere in Commissione Trasporti a
Montecitorio gli emendamenti di Forza Italia. Una decisione che se fosse
confermata significherebbe la fine assicurata per il ddl perché senza Udeur,
soprattutto al Senato, non si va da nessuna parte. Una legge a cui dalle parti
del Gruppo L’Espresso guardano con estrema attenzione e che tradotta in termini
economici potrebbe valere tantissimo. Infatti con l’entrata in vigore del ddl Rai2
e Rete4 si trasferirebbero sul satellite liberando frequenze che poi lo Stato
assegnerebbe alle varie emittenti. Ed in prima fila guarda caso c’è Rete A,
emittente di proprietà del Gruppo L’Espresso. Un affare enorme, quindi, in
ballo e che potrebbe andare in fumo se Mastella si mettesse di traverso. Politica
ed affari, quindi, all’origine di un attacco tutto interno alla maggioranza. E
che alla fine servirà solo a Mastella per accelerare la sua uscita dall’Unione.
Lui, il ministro “senza grazia e giustizia”. Ma verso gli interessi del
capitalismo targato centrosinistra.