Perché Salvini ha paura delle riforme
18 Agosto 2015
di Ronin
Perché la mobilitazione contro il Governo annunciata da Matteo Salvini si è risolta in un buco nell’acqua? La “tre giorni” per dare la “spallata” a Renzi proposta dall’altro Matteo ha convinto poco e pochi.
Non Forza Italia che ha preso le distanze con il governatore della Liguria Toti e il capogruppo in Senato Romani, stop da Raffaele Fitto che ha parlato di “opposizione solo protestataria”, e anche i grillini che Salvini aveva invitato a convergere nella protesta hanno rispedito la proposta al mittente. Sì da Fratelli d’Italia e dall’Esercito di Silvio che però, sommati alla Lega, non sembrano questa invincibile armata.
Il motivo per cui la manifestazione leghista sta affondando sul nascere è proprio nel taglio che le si vuole imprimere. Salvini intende “bloccare” l’Italia ma da questo punto di vista non può competere con chi nel nostro Paese incarna e rappresenta meglio di tutti il “popolo dei no”, cioè i 5 Stelle. Contro cosa si vuole protestare al di là delle politiche migratorie? Contro il rilancio di Ilva? Contro i nuovi termovalorizzatori? Contro l’Alta Velocità e gli investimenti nelle infrastrutture?
E’ tutta roba già monopolizzata dai grillini, tante forme di dissenso che bloccano l’Italia invece di sbloccare la nostra economia. La verità è che Salvini teme che la svolta riformatrice impressa da questo Governo e dalla maggioranza che lo sostiene possa funzionare, il leader leghista ha paura che le riforme facciano il loro effetto, e così si allinea al fronte antisistema e alla logica del tanto peggio tanto meglio.
Legittimo mobilitarsi se sei all’opposizione, dunque, ma la soluzione può essere davvero il dissenso fine a se stesso? In questa “deriva populista estremista”, come l’ha definita Fabrizio Cicchitto, Salvini rischia di ancorare la destra a una visione minoritaria e antitutto che va nella direzione opposta allo sviluppo, alla crescita che pure si intravede, a una politica economica innovativa capace di far ripartire l’Italia.