Perfino Napolitano è stanco del Csm

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Perfino Napolitano è stanco del Csm

18 Marzo 2010

Che Iddio ci conservi il Presidente Napolitano. Dalle pieghe dell’asettico comunicato emesso dal Quirinale sullo scontro tra Alfano e il CSM causato dall’ispezione ministeriale presso la procura di Trani, si capisce che a quelli del CSM Napolitano non l’ha proprio fatta passare liscia. E si può solo immaginare il tenore dei contatti che devono essere intercorsi, prima di quel comunicato.

Ora, in punto di diritto, Napolitano ha stra-ragione. Ma siccome questo non è più un Paese in cui il diritto conta qualcosa, il punto – scusate il bisticcio – non è questo: è che ci sia qualcuno che ricorda le regole giuridiche al CSM. Che questo qualcuno sia il Capo dello Stato aggiunge godimento al godimento.

Insomma: l’ispezione è legittima, è prevista dalla legge, e anzi il potere ispettivo trova persino agganci nelle prerogative costituzionali del Ministro della Giustizia. Per questo, il riflesso condizionato del CSM, che “scatta” alla sola notizia dell’ispezione e – manco a dirlo – invoca la solita, stanca, insopportabile iniziativa della “pratica a tutela”, deve aver fatto sobbalzare l’inquilino del Colle. Ma come: quelli di Trani violano – o consentono colpevolmente di violare – il segreto istruttorio, s’inventano una competenza territoriale che fa ridere i polli, e il CSM che fa? In via preventiva, invece di rispettare l’ispezione ed anzi di supportarla, decide che bisogna convocare la I commissione e proporre una censura al Ministro e all’ispezione stessa.

Napolitano non perde l’occasione, gli fa le bucce, il pelo e il contropelo. Intanto, competente non è la I commissione del CSM, perché non può trattarsi di una pratica a tutela, visto che l’ispezione è prerogativa ministeriale prevista dalla legge. Poi, anche i morti sanno che un’ispezione non può e non deve interferire con la libertà e l’indipendenza dei pubblici ministeri, protetta dalla Costituzione.

Ancora, rammenta Napolitano, lo stesso regolamento del CSM stabilisce che l’organo non può pronunciarsi preventivamente sullo svolgimento delle ispezioni, ma solo prendere in esame le relazioni conclusive su di esse. Ciliegina sulla torta, l’ispezione – ricorda il Colle – non può ledere l’indipendenza investigativa della Procura perché esistono nell’ordinamento i rimedi opportuni nei confronti di eventuali violazioni compiute dai magistrati titolari dei procedimenti. Se si trattasse di reati, il magistrato ne risponderà al giudice penale come qualunque altro cittadino, se viceversa risultassero non già reati, ma illeciti disciplinari, il CSM disporrà in materia.

Insomma, una mazziata terrificante. Ve lo immaginate Mancino, che spiega il comunicato del Colle ai pasdaran del CSM? Una scena impagabile, peccato non essere lì a vederla. Per tutto il resto c’è mastercard…