Persino l’OCSE ci è arrivata: italiani tartassati sulla casa

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Persino l’OCSE ci è arrivata: italiani tartassati sulla casa

21 Settembre 2017

Cara casa quanto mi costi! In Italia. Ora anche l’Ocse se n’è accorta. Secondo il “Tax policy reforms 2017” redatto dall’Organizzazione internazionale, il nostro Paese, insieme ad Argentina, Belgio, Turchia, Ungheria e Sud Africa, è fra le nazioni dove le imposte sulla casa hanno fatto registrare “incrementi significativi” fra il 2000 e il 2015 in relazione al valore complessivo del Pil. Grazie, ma lo sapevamo già. Gli italiani, dopo il vertiginoso aumento delle tasse sugli immobili varato dal governo Monti, mitigato solo in parte da Letta che ha tenuto fuori dall’orizzonte del fisco la prima casa, non solo hanno dovuto pagare di più, ma hanno visto il valore del proprio investimento crollare, grazie a una crisi del mercato immobiliare che non abbiamo più superato. 

Per intenderci, è come se un risparmiatore avesse depositato in banca una cifra consistente ritrovandosi con un valore inferiore al momento di ritirarla, un capitale svalutato insomma. Ha ragione l’Ocse, dunque. Italianti tartassati sulla casa che come conseguenza ha prodotto una depressione del mercato immobiliare. Urge però una domanda: nel giugno scorso (praticamente pochi mesi fa) non era stata proprio l’Ocse a chiedere all’Italia la reintroduzione della tassa sulla prima casa? Richiesta pervenuta dopo quella della Commissione Europea che ha infatti invitato l’Italia a spostare l’imposizione fiscale dai fattori di produzione, ad esempio le imposte sul lavoro, ai fattori che hanno meno impatto sulla crescita, come la tassa sulla prima casa. L’invito dell’Ocse, così come quello della Commissione, avevano come fine, manco a dirlo, l’aumento del gettito fiscale, anche nell’ottica del piano di rientro nei parametri di bilancio previsti da Bruxelles.

Ora però l’organizzazione parigina ha fatto dietrofront. Forse ha finalmente compreso quello che ormai è evidente da anni. L’Italia è tra le prime in Europa per la pressione fiscale sulla casa. Pressione che non è più sostenibile, ed un governo che voglia veramente rilanciare l’economia dovrebbe tutelare le famiglie che hanno investito i risparmi nel mattone, dato che questa è la prima scelta del risparmiatore italiano, e che circa l’80% dei nostri concittadini possiede un’abitazione. Quindi chi, come una parte della sinistra ex Pd, oggi Mdp, evoca l’introduzione di una tassa sul patrimonio e dell’aumento dell’imposta di successione, forse non si è ancora accorto (o fa finta di non vedere) che la patrimoniale c’è già, è la pesante tassazione degli immobili. Ma si sa, le politiche economiche della sinistra hanno uno schema fisso: tassa e spendi. E, in entrambi i casi – vedi nuovo record del debito pubblico – a pagare sono sempre i cittadini.