Perugia, svolta nel caso della studentessa inglese sgozzata

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Perugia, svolta nel caso della studentessa inglese sgozzata

06 Novembre 2007

Almeno tre persone, due uomini e una donna, sono state portate in questura a Perugia e sottoposte a fermo per l’omicidio di Meredith
Kercher, la studentessa inglese uccisa nella notte fra l’1 e
il 2 novembre.

Secondo le prime indiscrezioni, una delle persone fermate sarebbe una delle coinquiline della vittima, la stessa che sarebbe crollata nella notte, fornendo agli investigatori le indicazioni su quanto accaduto quella notte.

Sempre la stessa ragazza sarebbe anche responsabile di aver alterato la scena del delitto. Ancora gli inquirenti non si sbilanciano, ma il movente dell’omicidio potrebbe essere stato un rapporto sessuale degenerato in violenza di fronte ad alcuni rifiuti della ragazza.

 

Meredith, 22 anni, era stata uccisa nella casa che aveva affittato per il periodo di permanenza nel nostro Paese, dov’era arrivata per un programma di studi. Fra le prima ipotesi fatte dagli inquirenti, quella che la vittima probabilmente conosceva il suo assassino, e che sulla scena del delitto ci sarebbe stata più di una persona.

 

L’autopsia, stando a quanto aveva rivelato il medico legale, aveva fornito indicazioni interessanti, tanto che al termine dell’esame gli investigatori avevano compiuto un nuovo sopralluogo nell’abitazione. Ridimensionando, peraltro, l’ipotesi di violenza sessuale, non confermata dagli elementi emersi dall’autopsia.

 

La morte della ragazza, avevano detto gli esperti, andava ricollegata a un’emorragia per una profonda lesione al collo “dovuta verosimilmente all’azione di uno strumento da punta e taglio”, forse un coltello da tasca.