Pesaro: cinghiale uccide cacciatore, uomo muore dissanguato
18 Dicembre 2016
Un cacciatore di 62 anni è stato trovato morto, dissanguato, nei boschi di Romita di Pianello di Cagli, nella provincia di Pesaro e Urbino. L’uomo potrebbe essere stato azzannato da un cinghiale. A dare l’allarme i compagni della battuta di caccia, che non avendolo visto tornare dove avevano lasciato le auto, dopo averlo cercato, hanno dato l’allarme ai vigili del fuoco.
Dopo circa un’ora, il cadavere dell’uomo è stato ritrovato nel boscho. Il cacciatore si chiamava Rolando Caimmi ed era originario della provincia di Ancona. L’uomo aveva una ferita all’inguine, causa dell’emorragia che lo ha ucciso, e nei pressi del cadavere è stato anche ritrovato un cinghiale morto.
L’ipotesi è che Caimmi sia stato aggredito dall’animale in fuga, ferito da un altro cacciatore. Caimmi avrebbe sparato anche lui un colpo di fucile per difendersi dall’animale ferito o forse per avvertire i compagni di caccia. Sul caso indagano le forze dell’ordine e la magistratura ha aperto un fascicolo.
Il 30 novembre scorso, a Burolo, in provincia di Ivrea, un cinghiale terrorizzato era salito sul balcone di un’abitazione e il sindaco del paese lo ha abbattuto a colpi di fucile. L’animale era sfuggito a una battuta di caccia trovando riparo sul balcone di una casa in via Asilo, terrorizzando una donna e la figlioletta che si trovavano all’interno dell’abitazione.
Sono state loro a chiedere aiuto. Così il sindaco ha imbracciato il fucile da caccia e ha ucciso il cinghiale. Il 28 novembre, un altro cinghiale era stato ucciso in città ad Arezzo, con una battuta di caccia autorizzata, provocando le proteste della Lega antivivisezione, che propone altri metodi di contenimento per i cinghiali, che sempre più spesso entrano nei centri abitati.
La Lega antivivisezione propone una serie di rimedi come la sterilizzazione, l’uso di barriere repellenti, un censimento degli animali presenti.