Pescara, Fronte del Porto. I marinai aspettano che Monti si svegli

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Pescara, Fronte del Porto. I marinai aspettano che Monti si svegli

17 Febbraio 2013

Il tempo stringe e martedì il vicepresidente della Commissione Europea Tajani proverà a sensibilizzare i nostri partner sullo stanziamento dei fondi per la marineria di Pescara. Ma occorre dare subito un forte segnale forte al mondo produttivo che ruota attorno al Porto riaprendo il Canale. La draga, conclusa la fase di studio e di analisi, è pronta a salpare. I primi di aprile sono l’ultima data utile per la riapertura delle rotte verso la Croazia, deadline strategica per non perdere anche la nuova stagione turistica.

La domanda che giustamente si fanno marinai, armatori e lavoratori del Porto di Pescara è come mai non ci siano ancora notizie precise sulla effettiva partenza del dragaggio. Il rischio è che la questione divenga un problema di ordine pubblico, com’è già accaduto con i tafferugli scoppiati all’inizio di febbraio. "I lavoratori e gli imprenditori devono poter avere cognizione dei tempi nei quali i lavori avranno inizio e si svolgeranno", ha detto nei giorni scorsi il senatore Gaetano Quagliariello, in corsa con il Pdl al Senato proprio in Abruzzo. "E’ il minimo che si possa fare affinché la situazione non degeneri". Sabato sera, Quagliariello ha riproposto la questione anche in tv, durante la trasmissione "In Onda", spiegando che il Pdl abruzzese si è impegnato a tutti i livelli nella soluzione del problema.

Per ricostituire le condizioni minime di agibilità del Porto Canale di Pescara occorre che il ministero delle finanze iscriva in bilancio i fondi già previsti dalla legge n.221 del 17 dicembre 2012, ma dopo le dichiarazioni rassicuranti del sottosegretario Improta, era dicembre, non ci sono ancora segnali precisi in questo senso. La legge 221 aveva identificato nel Provveditorato interregionale per le opere pubbliche in Abruzzo l’amministratore competente per portare a termine gli interventi "indifferibili e urgenti" per il Porto, ma i tempi burocratici rallentano l’operazione. Il Provveditorato, d’altra parte, può trincerarsi dietro la spiegazione che a mettere in bilancio i costi del dragaggio deve essere comunque il ministero delle finanze. Un cane che si morde la coda.

Riassumendo: il sottosegretario Improta si è sbilanciato spiegando che i lavori sono stati assegnati e il canale sarà transitabile per l’inizio di Aprile. La macchina dello stato (Provveditorato interregionale, Ministero delle Finanze…) avrebbe dovuto subito muoversi in ossequio al comma 31 dell’articolo 34 della legge 221, ma siamo al 19 febbraio, mancano neppure due settimane alla scadenza prevista da Improta e i lavori non sono ancora partiti.

E’ evidente che persiste l’inerzia del governo Monti denunciata nel maggio scorso da Guerino Testa (Pdl), dimessosi dalla carica di commissario straordinario in polemica con le autorità centrali. Una lentezza acuita dal disimpegno operativo di un governo che tra pochi giorni cederà il passo, dall’attenzione del premier che (giustamente?) in quest’ultimo sprint si concentra tutta sulla campagna elettorale, dai meccanismi incepposi della burocrazia statale, da quel decreto del ministero delle finanze che non si sa a che punto è. Come dire, neanche i marinai di Pescara avranno un bel ricordo del governo Monti.