Petrolio: accordo per tagli alla produzione, vola prezzo in Borsa
01 Dicembre 2016
Ieri è stato raggiunto uno storico accordo a Vienna tra i paesi che fanno parte dell’Organizzazione degli esportatori di petrolio (Opec) per contrastare la caduta del prezzo del greggio. Secondo le stime elaborate dall’Energy Information Administration degli Stati Uniti, per i paesi dell’Opec i proventi da esportazioni saranno di solo 341.000.000.000 dollari nel 2016, poco più di un terzo rispetto ai 920.000.000.000 dollari nel 2012.
A partire da gennaio 2017, la produzione quotidiana di greggio sarà ridotta quotidianamente di circa 1,2 milioni di barili, attestandosi su 32,5 milioni di barili al giorno. Secondo Bloomberg, la Russia, il maggiore produttore di petrolio al di fuori del blocco Opec, è stata fondamentale per il successo della trattativa conclusa a Vienna, accettando “unprecedented cuts” alla propria produzione. Dopo anni di tentativi falliti per le rivalità storiche ed gli equilibri geopolitici delicati tra i paesi membri dell’organizzazione, lo stallo dei negoziati è stato così superato grazie soprattutto all’accordo tra Iran, Iraq e Arabia Saudita e alla collaborazione di Paesi non Opec come la Russia.
Non tutti i membri Opec e non Opec parteciperanno in egual misura ai tagli della produzione di greggio pertanto è stato istituito un comitato di monitoraggio che vigilerà sull’effettiva attuazione degli impegni. Di tale comitato faranno parte l’Algeria e il Venezuela, che si sono distinte per gli sforzi diplomatici compiuti per arrivare all’accordo, il segretariato generale dell’Opec e due paesi non Opec, che verranno indicati a breve. Il 9 dicembre si terrà infatti un nuovo incontro Opec-non Opec.
Immediata è stata la reazione dei mercati, con le quotazioni del barile che hanno guadagnato fino al 10%. Il greggio è schizzato ai massimi dalla seconda metà di ottobre: il future per consegna febbraio sul Brent si è spinto fin sui 52,73 $/barile, il future per consegna gennaio sul WTI fin sui 50,23 $/barile. E i rincari, almeno in parte, sembrano essersi già trasferiti oggi alle pompe di carburante.