Petrolio. Il barile a 70 dollari: prezzi dimezzati dall’ ultimo picco

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Petrolio. Il barile a 70 dollari: prezzi dimezzati dall’ ultimo picco

16 Ottobre 2008

I prezzi petroliferi continuano a crollare, il barile finisce ai minimi da 14 mesi e si avvicina alla soglia dei 70 dollari, inesorabilmente trainato al ribasso dalla nuova ondata di cadute a catena che ha investito le Borse mondiali. Ora le paure si concentrano sull’economia reale, con le maggiori potenze occidentali che rischiano di piombare in una recessione la cui durata e intensità è tutta da valutare. Per il settore petrolifero le prospettive sembrano segnare un radicale e drammatico mutamento: ora potrebbe assistere a un pesante e strutturale indebolimento della domanda globale, laddove solo pochi mesi fa si continuava a prevedere solidi ritmi di crescita, tanto che l’offerta non appariva in grado di soddisfarla.

Nemmeno quattro mesi fa, a metà del luglio, il barile aveva superato la soglia dei 147 dollari, al culmine dell’ultimo rally rialzista dei prezzi. Poi è iniziato un progressivo ed accentuato declino, con cui ora i prezzi risultano più che dimezzati. Prima è stata sfondata al ribasso la soglia dei 100 dollari, poi 90 e poi, in cordata con i crolli dei mercati azionari è calato sotto gli 80 negli ultimi giorni. Ma non è finita: adesso il West Texas Intermediate (Wti), il greggio di riferimento delle piazze americane, quello più utilizzato per monitorare l’andamento dei prezzi, si avvicina ai 70 dollari. Il petrolio Brent, scambiato a Londra, è già sotto.

Stamattina, negli scambi elettronici fuori seduta ordinaria sul Nymex – il mercato delle materie prime di New York – il Wti ha segnato un minimo a 71,21 dollari, mentre le Borse dell’Asia andavano a picco. Successivamente, con le piazze europee che si sono orientate su cali più moderati anche i futures sul greggio hanno moderato il ribasso a meno 1,87 dollari rispetto al fixing di ieri, con il barile di Wti a 72,67 dollari. Nel frattempo a Londra il barile di Brent, il petrolio estratto dal Mare del Nord, cala di 2,43 dollari a quota 68,37.

"Il mercato è spaventatissimo dalla prospettive di un pesante deterioranento dell’economia – afferma David Moore, stratega per le materie prime della Commonwealth Bank of Australia -. Ora si teme che i consumi di petrolio caleranno più del previsto. Con una svolta in negativo del ciclo è molto difficile dire quando si toccherà il fondo. C’è la possibilità che l’accumularsi di notizie negative continuerà a scuotere il mercato".