Petrolio, Putin si dice pronto a congelarne la produzione

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Petrolio, Putin si dice pronto a congelarne la produzione

10 Ottobre 2016

Il presidente russo Vladimir Putin sta vivendo un momento di ascesa che non trova uguali tra gli attuali leader mondiali. Al di là della recente vittoria elettorale in Russia il leader del Cremlino continua a tenere alto il gradimento tra i suoi connazionali. La figura di Putin continua a crescere anche all’estero ed è diventato un vero e proprio fenomeno.

Gli ultimi anni hanno visto la macchina militare russa muoversi con precisione ed efficacia. Godendo anche della capacità di approfittare del momento di debolezza dell’occidente: gli Stati Uniti alle prese con gli errori in politica estera, e l’Europa alle prese con i problemi nel processo di integrazione dell’Unione. 

Questa mattina Putin ha fatto un annuncio importante, a conferma di una capacità di tttica politica non indifferente: la Russia è pronta a unirsi al congelamento o alla riduzione della produzione di petrolio. Lo ha detto il presidente Vladimir Putin, intervenendo al World Energy Council a Istanbul. Si tratta di una decisione importante per preservare la stabilità del mercato petrolifero, ha aggiunto il leader russo. Dopo queste parole il petrolio ha subito puntato verso l’alto. Alle ore 15 il Wti saliva dell’1,6% a 50,62 dollari al barile, il Brent dell’1,6% a 52,75 dollari.

In mattinata il ministro dell’Energia saudita, Khalid Al-Falih, aveva dichiarato che “non è impensabile” che il prezzo del petrolio risalga a 60 dollari al barile entro la fine dell’anno. “Stiamo vedendo domanda e offerta convergere; non e’ impensabile poter vedere il prezzo a 60 dollari”, ha dichiarato Al-Falih, “i miei occhi non sono però sul prezzo bensì sulla domanda e sull’offerta”. E il ministro saudita ha aggiunto: “L’Opec dovrebbe badare a non ripiegare troppo bruscamente, creando uno shock sui mercati, non vogliamo scaraventare i mercati in un processo che potrebbe rivelarsi dannoso”.

La recente guerra del petrolio, che ha portato nel 2014 i prezzi del WTI ad un minimo di 20 dollari al barile, pare per il momento essersi presa una tregua. 

Per massimizzare la sua strategia, Mosca deve attirare verso la propria sfera di influenza il maggior numero di paesi possibili, cercando contemporaneamente di isolare in maniera sempre più crescente gli Stati Uniti, e prendere il sopravvento politico sull’area mediorientale. 

In generale, la Russia cercherà quanto meno di tenere i prezzi del petrolio sopra i 50 dollari al barile, in attesa di avviare un processo di diversificazione che dovrebbe portare ad un’economia meno dipendente dalle sue risorse energetiche.