Petrolio, tra Russia e Arabia Saudita c’è l’accordo. Ma forse è un flop
05 Settembre 2016
Petrolio osservato speciale di queti giorni. Smorzato infatti il rally di metà mattinata quando, nell’attesa di dichiarazioni in arrivo dal G20 dall’Arabia Saudita e dalla Russia, i prezzi sono volati anche +5%. I rumor hanno sostenuto immediatamente le quotazioni del petrolio, con gli operatori che sono tornati a scommettere sulla possibilità di una cooperazione tra i due paesi, al fine di sostenere i prezzi del greggio, capitolati in due anni da $100 al barile a meno di $30 all’inizio del 2016.
Tuttavia, le aspettative si sono confermate eccessivamente ottimistiche. Il comunicato congiunto è arrivato, ma non si parla di una intesa per congelare l’offerta di petrolio. Più che altro la Russia e l’Arabia Saudita hanno siglato un accordo per dare vita a una task force, al fine di esaminare i fondamentali del mercato, raccomandare misure e azioni congiunte per assicurare la stabilità dei prezzi.
Il ministro saudita dell’Energia ha affermato di aver tenuto un incontro bilaterale con la Russia, e che un accordo è stato siglato al fine di incoraggiare la cooperazione anche con altri produttori di petrolio. Il ministro dell’Energia russo Alexander Novak, dal canto suo, ha ammesso che la fase di riequilibrio sui mercati del petrolio sta impiegando troppo tempo, e che un eventuale congelamento della produzione avrebbe aiutato.
“Al momento, abbiamo a disposizione diversi strumenti”, ha detto Novak. Ma appunto, si è trattato solo di promesse, tanto che al-Falih ha addirittura riferito alla televisione araba Al Arabiya che al momento non c’è necessità di porre un tetto alla produzione. Le quotazioni del petrolio hanno così dimezzato i guadagni delle ore precedenti”
Per ora, stando al comunicato congiunto, si sa che i due paesi hanno confermato ulteriori trattative nel corso del meeting dell’International Energy Forum, che si terrà in Algeria questo mese. Russia e Arabia Saudita coordineranno anche un gruppo bilaterale promuovendo la cooperazione sui mercati di petrolio e gas a ottobre, per poi incontrarsi di nuovo al summit dell’Opec a Vienna.
Le aspettative di possibili intese sulla produzione petrolifera tra Arabia Saudita e Russia, comunque, stanno galvanizzando i prezzi del petrolio che si muovono in forte rialzo. Sul New York Mercantile Exchange, il Light Sweet Crude scadenza ottobre segna un rialzo del 2,77% a 45,67 dollari al barile mentre il Brent Crude guadagna il 2,84% a 48,55 dollari. L’attenzione degli addetti ai lavori è tutta rivolta alle parole del presidente russo Putin che ha auspicato un’intesa tra i principali esportatori sui livelli produttivi in occasione del vertice OPEC di Algeri, di fine settembre.