Petruzzelli, assunzioni e conti nel mirino della Procura
13 Marzo 2012
L’inchiesta non ha indagati e nemmeno ipotesi di reato al momento, ma le indagini sulla presunta "parentopoli" all’interno della fondazione Petruzzelli potrebbero allargarsi, ad esempio anche ai conti in rosso trovati dal commissario Carlo Fuortes. Perché l’impressione è che adesso che il vaso di Pandora è stato scoperchiato gli accertamenti della Procura potrebbero andare oltre e travolgere tutto e tutti. Il fascicolo «modello 45», così come viene tecnicamente chiamato quando si procede contro ignoti, è nelle mani del procuratore aggiunto Lino Giorgio Bruno, uno dei tre vice del numero uno della Procura barese, Antonio Laudati. Le verifiche saranno delegate alla Guardia di finanza. Bruno è solo da qualche mese a Bari, sino all’anno scorso dirigeva la Dda di Lecce, ed è il coordinatore del pool creato per combattere i reati contro la pubblica amministrazione.
Ufficialmente l’inchiesta è stata aperta grazie alle notizie diffuse dalla stampa all’indomani della conferenza stampa del Pdl cittadino: è stato il partito di centrodestra, sabato scorso, a denunciare, attraverso anche un filmato della durata di due minuti e mezzo, l’assunzione di parenti di sindacalisti e politici nella Fondazione. Un breve video di attacco al sindaco Michele Emiliano al termine del quale vengono sciorinati 13 nomi – tra musicisti, tecnici e impiegati – che sarebbero legati, anche da vincoli di parentela, ad esponenti del sindacato barese della Cgil, in particolare ad Antonio Fuiano, coordinatore Slc Cgil, e ad esponenti (minori) del Partito democratico. Ieri mattina, come annunciato, proprio la Cgil si è recata in Procura per depositare un esposto; il segretario generale, Giuseppe Gesmundo, è stato ricevuto, al quarto piano del palagiustizia, dal procuratore aggiunto Bruno. Un incontro di una manciata di minuti, il tempo necessario per depositare la denuncia. Cosa chiede il sindacato finito nell’occhio del ciclone? «La Cgil e la Slc -si legge nelle due pagine di denuncia – intendono veder accertata la propria totale estraneità rispetto a quelle che vengono ipotizzate, nel video proiettato, quali attività "non corrette", dovendosi eventualmente attribuire, ovviamente, le singole condotte ai soggetti che le avrebbero poste in essere; la Cgil e la Slc di Bari, infatti, riservandosi sin d’ora le opportune azioni a tutela della propria immagine e dignità, intendono ottenere con la massima urgenza che l’autorità giudiziaria verifichi la totale estraneità degli istanti, accertando la rigorosa correttezza e legittimità dell’operato del sindacato».
Il primo passo degli inquirenti sarà proprio acquisire il video della discordia realizzato e diffuso dal Pdl la settimana scorsa, dopodiché seguiranno una serie di acquisizioni di documenti dalle sedi della Fondazione e degli Enti (Regione, Provincia e Comune) che hanno voce in capitolo nella gestione. Gli atti che verranno acquisiti dai finanzieri però, non riguarderanno esclusivamente la presunta parentopoli e il sistema di assunzione dei circa 200 dipendenti; l’indagine inevitabilmente andrà a toccare altre corde, come quella dei bilanci in profondo rosso. La Cgil resta serena e attende. «La Procura – sostiene Gesmundo – è l’unica sede dove si può chiarire questa vicenda montata ad arte con l’obiettivo di screditare l’organizzazione, gettare fango e trasformare una vertenza cosi importante in un atto di mera speculazione politica». Il Pdl, dal canto suo, ribadisce le accuse e la richiesta di dimissioni di Emiliano.
tratto da Il Corriere del Mezzogiorno