Pezzopane, l’involtino primavera e il “dramma” della colazione negata

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Pezzopane, l’involtino primavera e il “dramma” della colazione negata

Pezzopane, l’involtino primavera e il “dramma” della colazione negata

30 Marzo 2020

Poi dicono che il Parlamento in questo periodo di emergenza è sostanzialmente inutile. E’ vero, non si è riunito per settimane. E’ vero, è stato scavalcato da “Giuseppi” Conte e dalla saga dei suoi dpcm balzati di colpo al secondo posto della gerarchia delle fonti del diritto (al primo restano le dirette Facebook da Palazzo Chigi). E’ vero, le Camere faranno appena in tempo a discutere il decreto di marzo che già sarà stato varato quello di aprile e toccherà ricominciare daccapo. Ma per fortuna, in questo momento di crisi della fisiologia democratica, ci ha pensato l’onorevole Stefania Pezzopane a dare un senso alle istituzioni rappresentative e alla loro esistenza in vita.

Del resto c’è da capirla: come poteva la parlamentare aquilana del Pd restare indifferente di fronte al racconto di soprusi e torture consumatisi nella sua città ai danni di malati di coronavirus, che al confronto le testimonianze dei prigionieri dei gulag sono una passeggiata di salute?

Chiariamo subito che la premessa è ironica, di questi tempi non si sa mai. Ma ci tenevamo a far sapere ai nostri lettori che dopo aver partecipato nelle scorse settimane alla nuova resistenza antifascista con uno dei video più gettonati della saga “mangia anche tu un involtino primavera contro il razzismo anti-cinese”, la deputata democratica abruzzese ha deciso di imbarcarsi in un’altra crociata: quella contro la ritardata colazione, oggetto di un’annunciata interrogazione parlamentare.

L’antefatto. In questi giorni il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, ha deciso di mettere a disposizione della Protezione Civile abruzzese una struttura alberghiera di proprietà del Comune, l’”Hotel Cristallo”, al fine di ospitare per brevissime degenze i pazienti di Covid-19 guariti dopo il ricovero in ospedale e in attesa del secondo tampone per avere conferma della negatività e poter fare ritorno nelle proprie abitazioni. Scopo dell’iniziativa, alla quale l’amministrazione aquilana ha contribuito ben oltre il dovuto occupandosi sua sponte anche della sanificazione, liberare posti letto nel reparto dedicato alle malattie infettive.

Tutto sembrava andare per il meglio, finché venerdì il sindaco di un piccolo comune marsicano ha raccontato sulla sua pagina Facebook la storia di due concittadine dimesse dall’ospedale dell’Aquila, positive al Covid, “prelevate nottetempo e portate in un albergo a Campo Imperatore (in realtà l’Hotel Cristallo si trova a Fonte Cerreto, ndr), messe in una stanza, fredda, senza ricevere alcuna istruzione” per poi alzarsi la mattina successiva “senza colazione, senza acqua, senza che nessuno si sogni di contattarle, ad ora senza pranzo”.

Cos’era accaduto? Che per intubare rapidamente un paziente aggravatosi all’improvviso, e così salvargli la vita, due degenti ormai guarite e in attesa del secondo tampone erano state trasferite nella struttura messa a disposizione dal Comune dell’Aquila. E, nella concitata fase di avvio da parte della Protezione Civile, la colazione è arrivata un po’ in ritardo.

E invece apriti cielo. La narrazione apocalittica, che manco Primo Levi o Anna Frank, ha scatenato un pandemonio politico e mediatico degno di miglior causa. Certo, i disguidi sono sempre da evitare e bisogna puntare a che tutto funzioni per il meglio. Soprattutto, nessuno intende sottovalutare il disagio di persone già reduci dal ricovero per una malattia debilitante per il fisico e per lo spirito.

Ma altrettanto evitabile sarebbe stato da parte di un rappresentante delle istituzioni (il sindaco del piccolo comune marsicano) lanciare invettive apocalittiche sui social network, e andare avanti per giorni a rintuzzare, senza neanche premurarsi di alzare prima il telefono e chiamare il collega della città ospitante per capire come stessero le cose, o rispondere dopo alle sue chiamate. E ancor più evitabile sarebbe trascinare in Parlamento vicende di ordinaria fatica dell’amministrazione di una città reduce da appena dieci anni da un terremoto devastante e ora alle prese con una nuova terribile emergenza; un’amministrazione che avrebbe potuto risparmiarsi questa ennesima polemica dal sapore tutto politico se non avesse deciso di mettere a disposizione le proprie strutture e il proprio impegno in prima linea contro il nemico invisibile.

Soluzioni spregiudicate e prive di sostegno logistico”, le ha definite l’onorevole Pezzopane, parlando di “malati abruzzesi abbandonati a Campo Imperatore” (aridaje, è sempre Fonte Cerreto). Intanto l’unico dato di fatto è che grazie alla struttura messa a disposizione dal sindaco Biondi un paziente da intubare ha avuta salva la vita. Mentre la Pezzopane forse stava ancora digerendo gli involtini primavera.