Piazza affari, tentativi di reazione nel comparto bancario. Niente Borsa per Popolare Vicenza
02 Maggio 2016
I 120mila piccoli azionisti della Popolare di Vicenza oltre al danno di avere già perso quasi tutti i soldi, ingoiano anche la beffa della mancata quotazione in Borsa. Fuori da Piazza Affari non c’è, per i piccoli soci storici della Popolare vicentina, la possibilità di vendere agevolmente le azioni seppur iper-svalutate. La Borsa Italiana nella seduta odierna risulta in diffuso calo. La notizia del mancato ‘ok’ di Borsa Italiana alla quotazione sul mercato di Popolare di Vicenza ha fatto tornare i timori sulla solidità del comparto bancario italiano. Il fondo Atlante, infatti, è stato costretto a sottoscrivere praticamente quasi tutto l’aumento di capitale della banca vicentina. Il fondo Atlante adesso dorvrà gestire la banca vicentina, sostenendo la ristrutturazione, il rilancio e la valorizzazione dell’istituto di credito. Questo è ciò che emerge da una nota diffusa da Quaestio SGR, gestore del fondo Atlante, il quale ha anche confermato l’investimento nella banca veneta per complessivi €1,5 mld.
La mancata quotazione della Popolare di Vicenza non è una buona notizia e lo sottolinea, anche, il consigliere delegato di BPM, Giuseppe Castagna. Federico Ghizzoni, ad di Unicredit, ha invece sottolineato come nel caso della banca vicentina fosse importante la messa in sicurezza dell’istituto piuttosto che lo sbarco in Borsa.
L’ad di Unicredit ritiene che sia stata dovuta più alla poca chiarezza del decreto varato dal governo per accelerare la riscossione dei crediti deteriorati piuttosto che il mancato ingresso in Borsa di Bpvi. Il top manager di Intesa si è detto fiducioso sull’esito dell’IPO e dell’aumento di capitale di Veneto Banca, nonostante il mancato approdo sul mercato di Bpvi.
Adesso i riflettori si spostano su Veneto Banca e Banca Carige. Per quel che riguarda invece banca Carige, il cda, come diffuso da organi di stampa, ha respinto la proposta avanzata dal fondo americano Apollo qualche settimana fa. Stando a quanto riportato da Equita Sim, Carige potrebbe cedere una parte dei NPL ad Atlante, il quale, per compensare la perdita rispetto al prezzo di carico dei crediti in sofferenza, si impegnerebbe a sottoscrivere un aumento di capitale. Carige rishcierebbe di perdere per ogni miliardo di cessione circa €70 milioni netti, concludono gli esperti di Equita il cui rating sul titolo è hold con target price di €0,61. Alla luce di quanto visto finora, lo scenario sulle banche italiane è piuttosto incerto.