Pil. Previsioni di Moody’s: “Grandi potenzialità col federalismo”
07 Settembre 2009
di redazione
"C’è potenzialità nel federalismo fiscale. Se viene attuato e poi anche utilizzato in modo da aumentare la responsabilizzazione dei vari livelli di governo regionali e diminuire l’evasione fiscale, questo rappresenta una potenzialità molto importante, più di quanto ci possiamo aspettare in altri Paesi". Ad affermarlo è Alexander Kockerbeck, analista responsabile del rating sovrano italiano di Moody’s, a Radiocor. "Per noi – aggiunge – è importante vedere che ci sia una qualità convincente delle riforme sul fronte strutturale che possano poi garantire nel prossimo futuro, quando le cose andranno meglio, importanti riduzioni di spesa".
Nel frattempo, l’agenzia di rating ha modificato le previsioni dell’andamento dell’economia italiana: registrerà una contrazione del 4,4% quest’anno, seguita da un ritorno alla crescita, seppur marginale (+0,1%) nel 2010. Sono queste le previsioni aggiornate di Moody’s diffuse in una "Credit Opinion" da Londra.
Le previsioni del Governo, contenute nel Dpef presentato a metà luglio alle parti sociali, sono di -5,2% quest’anno e di +0,5% nel 2010. Sempre per Moody’s, il rapporto deficit/pil sarà pari a -4,5% nel 2009 e -4,8% nel 2010 (-5,3% e -5% per il Governo), mentre quello debito/pil si porterà dal 105,8% del 2008 al 113% nel 2009 e al 116,1% nel 2010 (115,3% e 118,2% per il Governo).
Secondo la valutazione aggiornata di Moody’s, l’inflazione si attesterà all’1% quest’anno (2,2% nel 2008) e all’1,8% nel 2010. Il rating sul debito sovrano italiano viene ribadito, come previsto, a "AA2" con un outlook "stabile" che riflette "i limiti posti dall’elevato debito pubblico". Alla base del rating, una valutazione della forza economica del nostro Paese "molto elevata", mentre la forza finanziaria del Governo è solo "elevata" per tenere conto della necessità di finanziamento di un debito elevato e che ha interrotto dal 2008 il precedente trend di discesa, e di una "relativa mancanza di dinamismo economico".
Kockerbeck ha quindi valutato positivamente lo scudo fiscale-ter che prenderà il via a metà settembre e che, ha sottolineato, si inserisce in una serie di manovre "varate anche da altri Paesi": "Dal punto di vista del rating si può dire che tutte le misure che possono aiutare il Governo a garantire la capacità di aumentare le entrate e di migliorare il meccanismo di raccolta del gestito sono da un punto di vista del rating positive anche se è molto difficile dire ex ante quale sarà il risultato". Cercare di garantire le norme fiscali, e quindi anche il gettito, ha aggiunto il responsabile del rating sovrano italiano di Moody’s, "fa parte dell’assetto istituzionale ed è un fattore molto importante anche per il nostro giudizio".
A compensare gli elementi negativi, Moody’s cita "una capacità molto elevata di aggiustamento da parte del Governo pur a fronte di prevedibili cali del gettito fiscale e di spese aggiuntive in uno scenario recessionistico". L’Italia, sottolineano gli esperti di Moody’s, "ha una bassa vulnerabilità a rischi da eventi soprattutto grazie a un sistema bancario meno esposto a livello globale e di un indebitamento relativamente ridotto del settore privato" che riducono i rischi della necessità di ampio spostamento di fondi dal settore privato a quello pubblico. Questo significa, in sintesi, che la necessità di un "deleveraging" del settore privato, simile a quello che sta riducendo le prospettive di crescita in diversi altri Paesi industrialzizati, si presenta meno pressante in Italia. Le possibilità di un innalzamento del rating, continua il rapporto, dipendono da "una riduzione sostenibile e significativa del debito pubblico come conseguenza di un sostanziale e convincente sforzo di aggiustamento fiscale" che comporti un miglioramento della sostenibilità e della dinamica del debito, mentre "a fronte di un deterioramento prolungato delle dinamiche" si prospetterebbe il rischio di un declassamento.