Pippare coca e sedere in Parlamento
18 Febbraio 2010
di redazione
Ma ve lo immaginate uno che ha appena pippato cocaina, perdipiù parlamentare, sedersi per fare il test antidroga? E ve lo immaginate prima di fare il test, commentare fiero il gesto che s’apprestava a compiere, conscio (si fa per dire) dei rischi che comporta l’assunzione di droga?
Qualche minuto fa le agenzie di stampa hanno battuto questa notizia: “Un parlamentare è risultato positivo alla cocaina al test antidroga promosso da Carlo Giovanardi. Non si conosce il suo nome. Lo rende noto il sottosegretario che ha fornito i dati sui test eseguiti. La positività alla cocaina è emersa dall’esame del capello con due campioni ripetuti in due diversi laboratori”. Amen.
Il fatto è di per sé singolare perché se ci si sofferma sul principio, volontario, sul quale si basava l’iniziativa di Giovanardi, ne viene quasi fuori la sceneggiatura per un film comico della serie “Natale a Beverly Hills” con Christian De Sica nelle vesti dell’impavido politico. Le cose infatti sono due. O il signor X è stato talmente sprovveduto, (fesso?), e incurante delle conseguenze da pensare di poter fare un test anti-droga sebbene avesse fatto uso di cocaina (i fratelli Vanzina lo arruolerebbero subito nel cast del suo prossimo film); oppure ci ha presi tutti in giro e se n’è infischiato forte della segretezza del test.
Avremmo, allora, una proposta da lanciargli (come a tutti quelli che hanno voluto Morgan fuori dalla kermesse sanremese): perché non farsi avanti e rendere nota la sua identità? Del resto, essendo il Nostro un cuor di leone potrebbe non avere nulla in contrario se per una volta si trasgredissero le regole e si rendesse noto il suo nome. Questa sì che sarebbe una lezione di vita e un modo per far ri-innamorare della politica gli italiani. Ne siamo certi: a chi il potere lo vede solo dalle piazze che circondano il Palazzo, in fondo farebbe piacere…