Più Pnrr per le famiglie e contro l’inverno demografico

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Più Pnrr per le famiglie e contro l’inverno demografico

Più Pnrr per le famiglie e contro l’inverno demografico

16 Maggio 2022

La demografia dovrebbe essere un tema centrale nell’agenda pubblica soprattutto per la struttura del nostro welfare sbilanciatissimo verso le pensioni, ma non è nemmeno lontanamente così. Come per la politica energetica il dibattito è appiattito dall’antiscientismo NIMBY, in questo caso è tutto ridotto a migranti sì e migranti no, valori della famiglia s e valori della famiglia no. La tanto invocata complessità stavolta c’è sul serio, ma nessuno se ne cura. Eppure, gli ultimi dati Istat sono davvero allarmanti.

Cosa dice l’Istat

Giancarlo Blangiardo, presidente dell’Istat, ha fatto il punto sulle proiezioni demografiche nel corso degli Stati generali sulla natalità, convocato nei giorni recenti dal Forum delle famiglie e dalla Fondazione per la natalità. Il proseguimento dell’attuale tasso di fecondità per ogni donna fertile (1,23 figli) ha permesso d delineare uno scenario negativo. Entro il 2050 la popolazione italiana rischia di diminuire di 5 milioni. La causa sarebbe la progressiva contrazione del numero annuale delle nascite: da 400 mila a 298 mila.

Questi inquietanti numeri avranno riflessi anche sul mondo del lavoro. Questo declino demografico, infatti, comporterebbe una riduzione della quota delle persone in età di lavoro fino al 52% del totale. Il risultato? La metà dei cittadini in grado di lavorare dovrà farsi carico del sostentamento di quella restante, costituita in gran parte da pensionati.

La risposta della politica: il Family Act

Fortemente voluto dalla Ministra per le pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti, il Family Act si prefigge l’obiettivo di invertire questa tendenza. Il provvedimento evidenzia cinque aree di intervento: sostegno all’educazione dei figli, estensione dei congedi parentali, incentivi per l’imprenditoria femminile, per  la conciliazione tra lavoro e famiglia e per favorire l’autonomia dei giovani. Dovrà essere attuato da diversi decreti nel corso dei prossimi due anni e, nonostante tutto, non tutte le coperture sono state ancora individuate.

L’INPS ha chiarito che 4,5 milioni di persone a fronte delle 7 stimate hanno beneficiato dell’assegno unico, misura principe del Family Act che ha sostituito gran parte delle detrazioni e i benefici prima previsti per chi ha figli a carico. Questa serie di misure sicuramente avvicina l’Italia al quadro normativo degli altri paesi europei, ma è ben lontano da permettere un’inversione del trend sulla natalità com’è accaduto, ad esempio, in Danimarca. Bene, ma non abbastanza.

I problemi demografici non aspettano la politica

Blangiardo ha elaborato delle proposte per riportare gradualmente la media annuale delle nuove nascite oltre il mezzo milione, riscuotendo la soddisfazione del Forum delle famiglie. Secondo Natale Forlani, ex segretario della Cisl, si tratta di “un obiettivo estremamente ambizioso, realizzabile alla condizione di un forte aumento dei nuclei familiari che decidono di avere un terzo figlio”. Questa cifra, tuttavia rimarrebbe “al di sotto delle 570mila nascite del 2007, anno che precede il ciclo delle grandi crisi economiche.”

L’invecchiamento della popolazione ha stimolato una rimodulazione dell’offerta politica, focalizzata sul breve termine. La creazione di welfare sempre più sbilanciato a favore delle generazioni più anziane e la conseguente esplosione del debito sono problemi che i legislatori si devono porre. C’è un enorme tema di equità intergenerazionale sul tavolo. Eppure, la propensione a intestarsi questi temi nell’arena politica è pressoché nulla. “La ricerca di risorse per attuare il Family Act – sottolinea Forlani – è del tutto assente” da parte della politica sia di centrodestra che di centrosinistra.