Più si parla di Jobs e più sarebbe utile ricordare le sue parole

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Più si parla di Jobs e più sarebbe utile ricordare le sue parole

06 Gennaio 2012

Non c’è niente da fare. Volenti o nolenti non si può non parlare di Steve Jobs. Anche a qualche mese dalla sua morte le polemiche intorno all’iCeo non si placano e lo rilanciano tra i personaggi più forti degli ultimi decenni. L’acronimo Rip non fa per lui e così è ancora al centro dell’attenzione: che sia per un premio postumo o per il crollo di vendite dell’iPhone poco importa.

È di poco meno di un mese fa la notizia, già ampiamente dibattuta, che Jobs sarebbe stato premiato "per aver contribuito a creare prodotti e tecnologie che hanno trasformato il modo in cui consumiamo la musica, la televisione, i film e i libri" con un grammy. Una specie di “nobel” postumo, resta da chiarire se veramente meritato o puramente pubblicitario per gli organizzatori del premio.

Ma non basta, pochi giorni più tardi è scoppiata la polemica sui dati di vendita dell’iPhone 4s. In Germania le vendite sono calate del 5%, in Francia del 10% mentre negli Stati Uniti la quota di mercato conquistata è del 36% ed è passata dal 21 al 31% in Gran Bretagna. Normali saliscendi che però, rapportati all’iCeo, fanno notizia. O – per meglio dire – fanno rumore, anche se per nulla.

L’unica soluzione è riconciliarsi con il personaggio in questione attraverso le sue parole. “Ho fatto tante cose di cui non sono fiero, come mettere incinta la mia ragazza quando avevo 23 anni e poi comportarmi come mi sono comportato” disse. “Ma non ho nell’armadio nessuno scheletro che non si possa far uscire”. Sono alcune delle parole contenute nella sua biografia dal titolo “Steve Jobs”, parole che danno un’immagine veritiera del protagonista, senza interpretazioni né aggiunte.

In fondo basterebbe solo questo, non citare a sproposito persone non più in vita solo per qualche clic. Magari dando ascolto a Jobs stesso: “Per la maggior parte della vita ho provato la sensazione che nella nostra esistenza ci debba essere qualcosa in più di quanto appare agli occhi”. Chiudiamo gli occhi e ricordiamolo così.