PNRR, la corsa contro il tempo degli asili nido

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PNRR, la corsa contro il tempo degli asili nido

PNRR, la corsa contro il tempo degli asili nido

27 Aprile 2023

La demografia resta in primo piano nel dibattito pubblico, l’ultimo tema all’ordine del giorno sono gli asili nido. Grazie al PNRR l’Italia ha l’occasione di sanare le enormi differenze in questo tipo di servizi rispetto al resto dell’UE.

L’Unione Europea, il PNRR e gli asili nido

Rispetto alla quota fissata da Bruxelles in termini di copertura totale per i servizi per la prima infanzia, infatti, l’Italia è in negativo: 26,9% contro 33%. Prendendo in considerazione il Sud, fermo al 15%, il gap è ancora più preoccupante. Ora la rincorsa per rispettare le scadenze è forsennata. In ballo c’è la costruzione di 1800 nidi e 300 scuole materne, parliamo di numeri sostanziosi. Tra le moltissime voci del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, questa è una delle poche la cui importanza è indiscutibile.

Ma qual è il problema al momento? Entro il 30 giugno 2023 è necessario che si aprano i cantieri, con l’obiettivo di raggiungere 264mila nuovi posti entro il 2025. La burocrazia ha frenato, ancora una volta, la celerità del processo che rischia di essere compromesso. Già il 27 marzo, Veronica Nicotra, segretaria generale dell’Associazione nazionale dei comuni, aveva dichiarato che “aggiudicare i lavori entro il 31 maggio è molto difficile”.

Le parole del ministro Fitto sugli asili nido

“Il governo sta cercando di salvare gli asili, salvaguardarli nell’obiettivo finale perché ad oggi sono stati accumulati grossi ritardi, ci sono comuni che riescono a raggiungere il target del 30 giugno e altri non ce la fanno. Noi stiamo trattando con la Commissione Europea per salvare l’obiettivo che ‘cuba’ 4,6 miliardi di finanziamenti”, ha rassicurato Raffaele Fitto, Ministro per gli Affari Europei.

Natalità, ci sono altre strade per contrastare il declino demografico

Il tema non è tanto il rimpallo di colpe tra questo governo e il precedente, bensì garantire l’arrivo di questi fondi che sono centrali per combattere la denatalità, obiettivo dichiarato di ambedue gli esecutivi. Difficile che il rinvio delle scadenze sia una soluzione accettabile per la Commissione, ma, ancora una volta, le difficoltà degli stati devono imporre una riflessione più ampia. Il welfare aziendale e territoriale, ad esempio, è una variabile su cui vale la pena puntare. Non a caso, sarà oggetto del progetto di ricerca “Per una Primavera demografica” della Fondazione Magna Carta.