Poca spesa in ricerca e innovazione, il Molise al bivio
28 Febbraio 2012
Se il Molise vuole proseguire il cammino sulla strada della crescita e dello sviluppo deve investire di più su risorse umane di qualità, ricerca e innovazione. È ciò che emerge dal rapporto sull’economia regionale presentato, ieri, in Camera di commercio a Campobasso dall’equipe che ha realizzato lo studio, composta da Gianni Principe, coordinatore del progetto, e dai ricercatori Patrizia Manzo e Roberto Santella.
Il documento è stato illustrato agli operatori del mondo economico regionale. La prima parte della ricerca, pubblicata nel 2011, aveva preso in esame il territorio, occupandosi di agricoltura, turismo, energia e ambiente. La seconda parte, quella presentata ieri, ha analizzato invece i capitoli risorse umane, ricerca e sviluppo, cultura e legalità. Il quadro che emerge, hanno spiegato i ricercatori di Unioncamere Molise, “deve richiamare l’attenzione degli operatori, a partire dal mondo politico, a indirizzare risorse più consistenti verso la qualità dei prodotti e dei processi e di conseguenza compiere quel salto necessario a vincere la sfida della competitività”. Il Rapporto di Unioncamere bacchetta da un lato il mondo politico e le istituzioni e dall’altro le imprese spiegando come “la capacità dei privati di creare lavoro altamente qualificato” sia ancora lontana da quella di altre regioni. La quota di dirigenti e quadri sul territorio è pari all’ 1,64%, ben lontana dalla media nazionale del 4,3%. Anche i lavoratori laureati crescono meno che nel resto del Paese: 0,39% rispetto all’1,51%. Si registra, dunque, nelle aziende una carenza di personale con competenze elevate e buona parte della colpa è da attribuire proprio alla selezione effettuata dalle imprese. Pochi anche gli investimenti in ricerca e innovazione. Secondo lo Studio, infatti, molte delle risorse che dovrebbero essere destinate a questo settore finiscono per finanziarie le aziende in crisi, mentre gran parte dell’attività di ricerca viene svolta dall’Università del Molise e poco o niente dai privati.
Naturalmente non è solo un problema regionale, ma nazionale. I paesi meno “virtuosi” d’Europa spendono l’1,26% del Prodotto interno lordo in ricerca e innovazione, mentre in Italia si investe solo lo 0,51%. Dallo Studio di Unioncamere emergono, inoltre, luci e ombre sul settore cultura. Le aziende e i lavoratori del comparto restano pochi, spiega la ricerca, ma crescono le visite gratuite nei musei del Molise passando dal 38% del 2009 al 58% del 2010, mentre la media italiana è del 22,9%. La fruizione della cultura in regione resta comunque un settore da sviluppare, perché il dato generale mostra una propensione a visitare mostre, spettacoli, siti archeologici e monumenti inferiore rispetto al dato nazionale. Un altro dato rilevante è quello che riguarda la lettura dei giornali. Solo il 41,8% dei molisani ha ammesso di leggere un quotidiano almeno una volta alla settimana rispetto al 55% della media nazionale, mentre il 32,3% ha dichiarato di leggerli cinque volte o più in una settimana (la media italiana è del 39,3%). Il Molise, però, figura come la regione italiana con il più alto indice di penetrazione di ascolto televisivo. In pratica è il territorio con il rapporto più alto tra numero di abitanti e telespettatori.
La ricerca di Unioncamere prende poi ad esame anche l’aspetto della legalità. Se la regione Molise viene spesso considerata, sotto questo aspetto, “un’isola felice”, la realtà che emerge è molto più complessa. Furti e rapine sono in aumento, ma cresce anche la presenza della criminalità organizzata. Secondo lo Studio, il numero di reati dal 1995 a oggi testimonia una escalation del fenomeno superiore alla media italiana e a quella del Mezzogiorno. Il Molise, inoltre, si colloca al quarto posto in Italia per la presenza di lavoratori irregolari. Insomma, lo studio di Unioncamere descrive lo scenario di una regione al bivio, ma le scelte sul futuro ricadono sia sui rappresentanti delle istituzioni che sui singoli cittadini. Per fare il salto di qualità occorre che ognuno faccia la sua parte.