Politica e sanità, un intreccio su cui pendono gravi responsabilità

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Politica e sanità, un intreccio su cui pendono gravi responsabilità

15 Aprile 2011

di M. C.

Le indagini della Procura di Bari sul malaffare sanitario pugliese rischiano di travolgere politici di respiro nazionale fino ad oggi rimasti nell’ombra. Proprio ora che il primo filone dell’indagine si avvia alla conclusione è emersa una nuova intercettazione ambientale – del 21 gennaio 2009 – che ha spinto i Pm, Eugenia Pontassuglia, Giuseppe Scelsi e Ciro Angelillis, e gli uomini della Guardia di Finanza a raccogliere documenti che potrebbero ampliare il raggio d’inchiesta ad altri business pugliesi.

Il 21 gennaio 2009, Giampaolo Tarantini, Enrico Intini e Cosimo Catalano pranzarono nel privé dell’Hotel De Russie, a Roma, in compagnia dell’allora manager della principale Asl pugliese, Lea Cosentino. Argomento di discussione fu un appalto milionario che la Regione Puglia avrebbe dovuto concedere per le pulizie nella Asl di Bari: durante il pranzo i quattro passarono in rassegna diverse aziende che avrebbero potuto “vincere” la gara d’appalto e, nel proseguo della complessa trattativa, pare che ci fu un preciso riferimento di Intini ai “segretari nazionali dei partiti” che ha acceso le spie investigative dei Pm.

In questi mesi, infatti, sono stati recuperati da parte dei Pubblici ministeri numerosi documenti che potrebbero dimostrare il coinvolgimento di altri politici, come se Alberto Tedesco e Mario Loizzo, entrambi assessori della prima giunta Vendola ripetutamente nominati dai commensali in quel 21 gennaio, rappresentassero soltanto la punta di un ben più grande iceberg.

La trascrizione dell’intercettazione romana del De Russie è stata consegnata dalla Procura al Tribunale del riesame che, ieri, ha avviato la discussione dell’appello contro la richiesta d’arresto per il senatore, eletto nel Pd, Alberto Tedesco, riservandosi il diritto di sciogliere i nodi nei prossimi giorni.

I nuovi elementi emersi in queste ore contribuiscono ad ingarbugliare i fili di una vicenda già tanto complessa e che rischia di coinvolgere altri settori dell’economia regionale, oltre il comparto sanitario. Il lavoro della magistratura continuerà e le responsabilità penali verranno accertate, come è giusto che sia, dopo i canonici tre gradi di giudizio, anche se oggi resta ancora il dubbio di come sia stato possibile che l’assessore Tedesco, il manager Cosentino e tutti gli altri protagonisti di questa triste vicenda giudiziaria abbiano potuto agire nell’ombra, senza che la loro guida, politica e morale, si accorgesse di nulla. Al di là delle responsabilità penali, il quadro tracciato è quello di un sistema di potere e di corruzione contrario agli interessi dei cittadino e bel lontano dai principi di eticità e moralità politica di cui molti parlerebbero bene, salvo poi razzolare male.