Politica meno costosa. Ma tra cinque anni

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Politica meno costosa. Ma tra cinque anni

24 Luglio 2007

Tagli sì, ma solo dalla prossima Legislatura. Questa la decisione presa ieri da un Ufficio di presidenza congiunto di Camera e Senato. Un risparmio ma con sorpresa, infatti per adesso sia i senatori che i deputati non vedranno intaccate di un nulla le loro prerogative.

L’accordo è giunto dopo settimane di tensioni e di contrasti che alla fine hanno lasciato il passo a una coesione ampia sul taglio delle spese. In tutto saranno circa sessanta i milioni messi a risparmio dalle due amministrazioni, il 25 per cento in meno rispetto alle uscite attuali. Ma per adesso, è bene precisare, non se ne farà nulla.

La felice conclusione della trattative non è stata però sgombra da problemi e preoccupazioni che ad un certo punto avevano fatto temere che tutto andasse in fumo. Proprio nei giorni scorsi, infatti, c’era stato più di un momento di crisi tra Marini e Bertinotti. Al centro dello scontro tra i due presidenti non tanto l’entità dei risparmi ma l’applicazione temporale delle nuove disposizioni. Uno scontro acuitosi anche per colpa di alcune rivelazioni pubblicata dalla stampa che avevano accreditato il presidente del Senato disponibile a sacrifici più ampi rispetto a quello di Montecitorio e soprattutto a far partire la riforma contabile già da questa Legislatura.

Indiscrezioni che fecero saltare il tavolo delle trattative mettendo in serio pericolo il varo delle nuove norme. Alla fine però ha prevalso l’intesa e soprattutto la posizione di Montecitorio, da sempre contraria ad un’applicazione immediata della “stretta contabile” e ad un abbandono anticipato delle “rendite”. E così tutto rimandato tra cinque anni con i ringraziamenti dei prossimi senatori e deputati eletti che si troveranno sul groppone le decisioni dei loro attuali colleghi.

Sul fronte delle disposizioni il pacchetto varato riguarda i particolare i vitalizi, con nuovi requisiti e la questione dei rimborsi per i viaggi all’estero. Sul primo punto si è deciso che il vitalizio potrà essere percepito solo a 65 anni mentre potrà averlo a 60 anni solo chi avrà svolto il mandato parlamentare per almeno 10 anni. Inoltre dalla prossima legislatura il diritto al vitalizio maturerà solo dopo cinque anni effettivi di attività parlamentare, indipendentemente dal numero di legislature svolte.

Sul fronte del riscatto dei vitalizi anche qui sono previste novità rispetto al passato. Se prima era possibile riscattare il vitalizio in caso di fine anticipata della legislatura, dalla prossima non sarà più possibile. Si riduce anche l’assegno vitalizio che se adesso può variare da un minimo del 25 per cento ad un massimo dell’80 per cento dell’indennità parlamentare lorda, per i prossimi deputati e senatori in base alle nuove tabelle varierà dal 20 al 60 per cento.

Inoltre è stato definitivamente abolito il cumulo con altre indennità previste da incarichi statali o di enti pubblici, purchè gli emolumenti previsti siano pari o superiori al 40 per cento dell’indennità parlamentare lorda. In questa limitazione rientrano anche gli incarichi di assessore regionale, presidente  di provincia o sindaco di comune oltre i 250mila abitanti ed incarichi incompatibili con quello di parlamentare come il presidente della Repubblica, il giudice costituzionale, o il componente di altri organismi di autoamministrazione delle magistrature amministrative, contabile, tributaria e militare. Infine stop, stavolta da subito, ai rimborsi per i viaggi all’estero di aggiornamento, cioè i 3mila e 100 euro annui a cui i parlamentari avevano diritto. Ma per il resto se ne riparlerà dalla prossima legislatura.

Per adesso i sessanta milioni di risparmi rimangono sulla carta.