Polito: “Liberate dalla quarantena la forza simbolica del Parlamento”

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Polito: “Liberate dalla quarantena la forza simbolica del Parlamento”

Polito: “Liberate dalla quarantena la forza simbolica del Parlamento”

22 Marzo 2020

Com’è noto, a causa della diffusione del Coronavirus anche tra i banchi del Parlamento, sia Camera che Senato sono attualmente nella condizione di non poter operare in maniera piena e compiuta. Da giorni – e l’Occidentale lo sta testimoniando a gran voce – numerosi parlamentari di tutti gli schieramenti stanno chiedendo di poter scendere in campo come stanno facendo medici, infermieri, operatori sanitari e forze dell’Ordine. Questo appello è stato accolto poi da giornalisti ed intellettuali; anch’essi infatti desiderano che il Parlamento venga al più presto riaperto e sia così funzionante

Oggi Antonio Polito sul Corriere della Sera pone nuovamente in rilievo la questione e ricorda come tutta la democrazia sia storia di assembramenti. Stando così le cose, essa – la democrazia – non può convivere con l’isolamento. “Mai come oggi – spiega Polito – agli occhi del popolo il Parlamento può sembrare inutile. Che senso ha discutere le decisioni del governo, visto che sono guidate dalla comunità scientifica, e dunque per definizione inconfutabili dai profani? Infatti la gran parte delle misure fin qui prese hanno assunto la forma del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (Dpcm), che non richiede l’approvazione delle Camere né la sua conversione in legge. Ne avrà bisogno invece il decreto “Cura Italia”, contenente le misure economiche, visto che è un tradizionale decreto legge”. 

E se non è possibile votare seduti gli uni di fianco agli altri – non si rispetterebbe infatti la distanza di sicurezza richiesta dai provvedimenti posti in essere dal governo – una soluzione va trovata a tutti i costi. “I mezzi fisici si possono trovare”, scrive Polito. “Il senatore Quagliariello ha proposto di reperire uno stabile a Roma, santificarlo e adibirlo a sede parlamentare, in modo da poter rispettare le distanze tra deputati e senatori, magari muniti di mascherina e guanti”. Tuttavia, “bisogna prima trovare i mezzi morali, la consapevolezza del ruolo e della funzione degli eletti del popolo, i quali dovrebbero per primi protestare contro la loro assenza dalla scena dell’emergenza nazionale. Il rischio vero di una prolungata inazione della democrazia parlamentare sarebbe infatti quello di mitridatizzare un Paese sempre più indifferente e insofferente verso questa forma di governo che, pur essendo pessima, resta la migliore finora conosciuta”. 

Occorre quindi fare in fretta, trovare soluzioni agevoli e mettersi all’opera: “ci potremmo dire completamente guariti – è l’auspicio di Polito – solo quando la vitalità caotica della società aperta sarà tornata tra noi”.