Pollari vuol parlare e la politica  trema

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Pollari vuol parlare e la politica trema

09 Luglio 2007

“Quando incontro il mio amico ambasciatore americano in Italia Ronald Spogli ogni volta mi sento in colpa, lui ancora non si capacita di come sia stato possibile che quasi tutta la rete Cia in Italia sia stata messa sotto controllo dai magistrati di Milano e di come il governo lo abbia permesso. Ci vorranno venti anni per riparare i guasti diplomatici tra Italia e Stati Uniti causati da questo esecutivo.”

Sergio De Gregorio, presidente della commissione difesa del Senato, tra oggi e domani depositerà la propria proposta di legge di istituzione di una commissione bicamerale d’inchiesta sull’operato dei servizi di sicurezza militari per permettere a Nicolò Pollari di potersi difendere davanti all’opinione pubblica italiana da tutte le accuse che da anni gli stanno tirando addosso. E promette di smascherare una politica ipocrita  che ordina ai servizi di fare il gioco sporco e poi scarica i direttori coprendoli di fango, “salvo poi offrire sotto banco la ritirata fatta di incarichi di prestigio e superstipendi”.

La solita storia all’italiana che conosciamo da decenni e in cui la sinistra di governo si è fatta erede della peggiore tradizione politica democristiana. “Oltre al caso Pollari e a quello di Speciale, so di almeno una decina di altissimi funzionari ministeriali che sono stati avvicendati con queste modalità: coperti di fango sui giornale compensati sotto banco con incarichi e prebende purché ingoiassero il rospo. Alcuni hanno accettato la proposta indecente. Mica sono tutti eroi.”

Ma cosa ha da dire Pollari e perché lo vuole fare coram populo e non in segreto davanti a un magistrato o ai limitati componenti del Comitato di controllo parlamentare sui servizi di sicurezza?

“Da dire ha moltissimo, soprattutto a sua difesa – dice De Gregorio – e non vuole farlo davanti a persone che rispondono a logiche politiche e che farebbero filtrare a chi di dovere solo le notizie atte a screditarlo e a fare di lui un agnello sacrificale. Pollari parla di regime perché non ne può più di una classe di governo che fa finta di non sapere che le extraordinary renditions come quella di Abu Omar esistevano ben prima dell11 settembre 2001 in tutta Europa, Italia compresa, e che i governi Dini e D’Alema dovrebbero benissimo saperlo. Pensi l’opinione pubblica cosa direbbe se si sapesse che il caso di Abu Omar non era il primo ma, mettiamo, il ventesimo?”

Inoltre, “Pollari vorrebbe spiegare perché era contrario alla missione Unifil, che nasceva soggetta agli hezbollah solo perché qualche politico italiano voleva farsi bello con una pace impossibile, mentre la guerra poteva forse essere evitata se solo fosse arrivato da Roma l’ordine, e non il contrordine, di mandare avanti la trattativa per la liberazione dei due soldati israeliani rapiti in Israele dagli uomini di Nasrallah.. le trattative erano ormai alla fase finale perché fu bloccato tutto? Dopo la guerra israeliana divenne inevitabile..”

E Pio Pompa? E i dossier? E i giornalisti a libro paga?

“Pollari aveva preso Pompa perché era un bravo analista, anche i magistrati che lo hanno interrogato gliene hanno dato atto. Poi è possibile che l’uomo per ingenuità si sia messo nei guai. Capita. Ma è marginale. Pollari qualunque cosa volesse fare la metteva per iscritto e se la faceva firmare dal capo di governo in carica, anche quando incontrava i giornalisti che potevano essere fonti. Ha fatto così con quelli di Repubblica all’epoca del governo precedente e non c’è nessuno che oggi possa dire “io non sapevo”, perché non è vero ..e poi nell’ambiente tutti sanno che i servizi deviati sono una comoda invenzione giornalistica, i servizi fanno quello che i governi chiedono loro di fare. Di destra o di sinistra. Punto. Il resto è ipocrisia di una classe di governo che non è all’altezza dei propri compiti istituzionali”.