Polonia, Ue apre procedura. Rischio sanzioni
01 Giugno 2016
La questione polacca domani sarà sul tavolo del Collegio dei Commissari, col primo vicepresidente Frans Timmermans che proverà a fare il punto sull’andamento dei negoziati tra Varsavia e Bruxelles, che “sono in corso al più alto livello politico anche in queste ore”.
Lo riferisce la portavoce della Commissione Ue, Mina Andreeva, specificando che “non c’è ancora una decisione” dell’esecutivo Ue se pubblicare o meno un parere sulle controverse riforme costituzionali del nuovo governo che potrebbe, attivando l’art.7 del Trattato, aprire la via a sanzioni.
Andreeva ha, infatti, specificanto che la pubblicazione del parere “dipenderà dall’esito del negoziato”, e ha ricordatro che la “nuova procedura di verifica dello stato di diritto stabilita a livello europeo chiarifica che vogliamo evitare di arrivare alle procedure dell’art.7, e prevede un dialogo costruttivo per risolvere le preoccupazioni di sistematiche minacce allo stato di diritto”.
Il leader del Pis, Jaroslaw Kaczynski, ha minacciato però in tal caso un appello alla Corte di Giustizia.
Dopo mesi di scambi e “colloqui costruttivi” con il governo polacco conservatore guidato da Beata Szydlo, la Commissione europea ha deciso oggi di inviare a Varsavia “un’opinione scritta” sul rispetto dello stato di diritto. L’atto apre di fatto la procedura di infrazione ed introduce il rischio di sanzioni europee contro Varsavia.
I punti principali contestati al governo sono lo scontro con la Corte costituzionale e le accuse sono le seguenti: l’esecutivo ricusa i giudici supremi nominati dal governo precedente e ha stabilito per legge che la Consulta può riunirsi solo a pieni ranghi cioè con tutti i giudici riconosciuti presenti; la maggioranza minaccia di nazionalizzare i media privati a capitale straniero; il governo vuole arrivare al divieto totale dell’aborto; censura sulla rete senza mandato della magistratura, dove qualsiasi cittadino o residente in Polonia navighi in internet.