Polverini alle prese col rebus Udc per far quadrare posti in giunta e voti in Consiglio

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Polverini alle prese col rebus Udc per far quadrare posti in giunta e voti in Consiglio

11 Maggio 2010

Partenza più affannata alla guida della Regione Lazio Renata Polverini non la poteva avere. E non per demerito o responsabilità direttamente risalenti a lei. La colpa semmai è del partito che ha alle spalle e non riesce ad arginare malumori e dissidenti. Dopo il caos liste, la vittoria sofferta e la faticosa formazione della sua giunta, negli ultimi giorni di traverso si è messo l’Udc. Gli uomini di Casini rivendicano due poltrone in giunta. Affermano di averne diritto. Altrimenti è pronto l’ appoggio esterno, modo elegante di tenere sotto scacco il presidente e la maggioranza.

Considerato che in Consiglio la Polverini gode di una maggioranza risicata dovrà fare bene i conti ogni volta che ci sarà qualcosa da votare ma soprattutto sperare che nessuno dei consiglieri Pdl abbia l’influenza. Senza un accordo certo con i centristi, la sua avventura da governatrice potrebbe registrare un brusco stop già all’inizio. Domani il primo test ufficiale: deve essere eletto il presidente d’aula. Manuale Cencelli alla mano, spetterebbe a Mario Abbruzzese (Pdl) ma per eleggerlo servono i voti dei casiniani. Sarà per questo che stamattina nella sede della Regione di via Cristoforo Colombo erano tutti tesi e nervosi. Mancava il cartello nelle presidenziali stanze: “trattativa in corso non disturbare il conducente”. Fonti interne allo staff del Presidente parlano di una Polverini nervosa, tesa, desiderosa di rimediare e ricucire gli strappi e che ieri è rimasta fino a notte fonda in ufficio.

Alla fine l’Udc avrà la sua fetta di torta. Ci sono indizi che fanno una prova: il primo sono le parole che da giorni va affermando la governatrice, “in giunta spettano due posti all’Udc, si tratta solo di trovare il momento giusto per tutti”. Tradotto: l’Udc verrà accontentata ma non subito. Per il rimpasto di giunta insomma, è ancora troppo presto. C’è poi il nodo quote rosa. Lo Statuto della regione parla chiaro: servono 4 donne in giunta. Motivo questo che obbligherebbe l’Udc ad indicare due donne. Una scelta non condivisa dal partito. 

I centristi vogliono mettere due uomini, i posti liberi al momento sono solo per donne e il partito di Casini è diviso al suo interno (Luciano Ciocchetti da una parte, Lorenzo Cesa dall’altra). Rinviando il rimpasto, anche la Polverini avrebbe il tempo di avviare la fase di governo e di pensare con più calma. La presidente ha lasciato aperta la composizione della sua giunta, ma per far entrare l’Udc serve un rimpastino: via uno o due assessori, dentro gli uomini centristi.

L’Udc, nel frattempo, sta sistemando le sue caselle: Aldo Forte è stato rieletto capogruppo in Regione, mentre Raffaele D’Ambrosio è il candidato per la vicepresidenza del consiglio. Nomi che uscirebbero, così, dal toto assessore: in campo, al momento, resterebbero allora Rodolfo Gigli e Pietro Sbardella, figlio dello "squalo" democristiano,  più ovviamente delle possibili new entry. Tra le donne, resiste l’ipotesi di Anna Teresa Fornilsano.

Per ora ai centristi dovrebbero andare alcune presidenze di commissioni: tra queste ci dovrebbe essere quella pesante della Sanità. Poltrone importanti ma non decisive come quelle di un assessore. Bisogna trovare la quadratura del cerchio. E la neo presidentessa deve farlo da sola, i vertici del Pdl in questo momento sono impegnati in altre faccende. L’ex missino Vincenzo Piso, coordinatore regionale, è alle prese con la condanna a otto mesi in primo grado per la vicenda Laziogate, il suo vice Alfredo Pallone, area forzista, prova, con scarso successo, a domare la rivolta degli esclusi dalle liste.

Ce n’è abbastanza per abbattere chiunque. Non Renata Polverini, mai così decisa a far iniziare la sua azione di governo e lasciarsi alle spalle polemiche e litigi. Basta solo non abusare della sua pazienza e forza. “Da donna sola al comando potrebbe diventare una donna sola allo sbando”, confidava ieri un deputato del Pdl molto vicino al neogovernatore.