Polverini medita le dimissioni, ex An meditano la scissione. Cav. in pressing
19 Settembre 2012
Le voci si rincorrono, come impazzite, nei Palazzi della politica: Renata Polverini sarebbe sul punto di mollare. Dimissioni imminenti. Avrebbe già informato gli assessori che però, smentiscono. A metà pomeriggio parte un nuovo tam tam: dice di una conferenza stampa della presidente della Regione Lazio, ma non c’è alcuna conferma. L’unica cosa certa è il vertice serale a Palazzo Grazioli dove Berlusconi ha chiamato lo stato maggiore del partito allargato anche ad alcuni ex colonnelli di An. Tensione alle stelle e sono solo per il caso Fiorito.
E’ il dossier più delicato da gestire. Allo scandalo sulla gestione dei fondi del gruppo regionale Pdl si aggiungono le ripercussioni quasi inevitabili sulla campagna elettorale per le politiche, passando per quelle al Campidoglio. In una fase in cui il partito, a cominciare dal Cav., ha scelto un profilo di prudente attendismo prima di calare le proprie carte (elettorali). Che tipo di legge elettorale e cosa succede nel centrosinistra dilaniato da candidati premier alle primarie che spuntano ogni giorno come funghi, sono i due elementi sui quali ai Via dell’Umiltà si sta ragionando. Non solo: il caso Fiorito sta aprendo un nuovo fronte dentro il partito con un nucleo consistente e di peso (politico) di ex An pronti a rispolverare l’idea – archiviata a luglio – di una scissione finalizzata a ricostituire una Destra federata col Pdl (contatti sarebbero in corso con Storace). La Russa, Meloni, Rampelli ed altri esponenti aennini sarebbero indicati come i capofila del progetto.
Qualcosa di più di un’idea, se oggi sulle agenzie altri esponenti di An si sono precipitati a lanciare sollecitazioni a non compiere un passo del genere. Su tutti l’ex ministro Altero Matteoli che all’Adnkronos assicura che resterà al suo posto continuando dall’interno a valorizzare le proprie idee e al tempo stesso conferma: una parte di ex An paventa l’intenzione di fare un altro partito “ma io non ci credo”. Ai colleghi col maldipancia dice che “devono restare dentro e aiutare a far funzionare il meglio possibile il Pdl”.
Tuttavia dell’idea di uscire dal partito – secondo alcuni deputati bene informati – si sarebbe discusso anche in una riunione estemporanea oggi pomeriggio in Transatlantico tra alcuni aennini: La Russa, Meloni, Beccalossi, Saglia e Rampelli. Nervi tesi anche per un’altra iniziativa finita sotto accusa e che in questo clima di tensione perenne, contribuisce ad acuire il malcontento: il convegno dedicato al Nord organizzato dalla Gelmini accusata da parte degli ex An di aver invitato solo esponenti di Forza Italia. Non è questo il punto vero, ovviamente, ma è quanto basta per soffiare sul fuoco. La Russa si affretta a smentire ipotesi di scissioni e con esse quanto riportato da alcuni quotidiani.
Ma è il caso Fiorito ad agitare le acque. Anche perché nel Lazio gli ex An hanno storicamente la loro roccaforte di consenso e la preoccupazione è dunque concentrata su come gestire la vicenda ma soprattutto su come evitare il rischio di dimissioni della Polverini con conseguente scioglimento del consiglio regionale (come da statuto), oltre all’effetto che tutto questo potrebbe avere sulla partita per il Campidoglio – tra sei mesi – e su quella delle politiche.
I segnali c’erano da stamani, quando la Polverini determinata a portare avanti un’azione moralizzatrice (aveva chiesto tra l’altro, il dimezzamento delle commissioni consiliari e oggi è passato), sollecitando anche il partito a mettere fuori “le mele marce”, aveva sibilato: “Qui la storia la faccio finire io”. Poi il faccia a faccia pomeridiano col ministro Cancellieri per avere un parere sui tempi tecnici e giuridici di un eventuale ricorso alle urne, in caso di dimissioni. Nella concitata giornata di contatti, riflessioni, incontri non è mancato il pressing del Cav. e del segretario Alfano sulla governatrice. Berlusconi le avrebbe chiesto di aspettare prima di prendere decisioni ultimative. Alfano la sprona ad andare avanti. Il vertice serale a Palazzo Grazioli servirà a ragionare su questo e su altri ‘dossier’ aperti. Tutto ciò, nel giorno dell’interrogatorio-fiume dell’ex capogruppo Pdl alla Pisana.