Pomigliano, primo giorno per i neoassunti
08 Marzo 2011
Li ha accolti poco dopo le 8 con pasticcini e acqua minerale “perché in fabbrica gli alcolici sono vietati”. Pasquale Garofalo, ad di Fabbrica Italia Pomigliano, siciliano, da anni fidato uomo-Fiat in Campania, ha tenuto al manipolo di otto tecnici appena riassunti un discorso fatto di poche parole e molti contenuti, come nel suo stile. Il tempo di spiegare loro, cinque maschi e tre femmine, cosa vuol dire tornare a essere a tutti gli effetti lavoratori a tempo pieno e soprattutto, il primo nucleo di un progetto che ha tutte le caratteristiche della sfida da vincere. Breve applauso e poi, subito al lavoro, negli uffici dell’unità chiamata a garantire le migliori soluzioni ergonomiche alle postazioni degli operai una volta che l’attività in fabbrica riprenderà.
Un giorno particolare quello vissuto ieri al “Giovan Battista Vico”. Un giorno-simbolo perché sul piano numerico il “grosso2 dei circa 4900 lavoratori tornerà entro l’estate, quando il piano per la nuova Panda diventerà più concreto. Sferzato dal vento di tramontana l’inizio della nuova era voluta dall’ad Sergio Marchionne, con la temporanea (almeno al momento) uscita dal sistema di Confindustria. Tutti in tuta bianca e grigia, con il logo “Fabbrica Italia Pomigliano” bene in vista, gli otto battistrada e lo staff di Garofalo mentre nei capannoni continua l’arrivo di robot e nuovi macchinari destinati alla Panda. Sui volti soddisfazione e speranza: “Ho sempre creduto nel futuro dello stabilimento – dice Maria Anna Fusco, 30 anni, origini a Sparanise, nel Casertano, ingegnere gestionale – e anche nei giorni più difficili non mi sono rassegnata alla delusione”. Anche lei ha vissuto un anno, l’ultimo, tra cassa integrazione e lavoro ma la sua competenza le ha già regalato non poche soddisfazioni: la sperimentazione del nuovo sistema ergonomico Uas, cardine della “rivoluzione” Fiat (passa da qui la riduzione delle pause, oggetto di forti polemiche tra la Fiom e gli altri sindacati) le ha permesso di visitare anche altre fabbriche del gruppo. È stata anche a Detroit, in casa Chrysler: “Ci scambiamo informazioni e conoscenze, chi opera in questo settore sa che bisogna aggiornarsi di continuo” spiega il giovane ingegnere, una cascata di riccioli biondi e il sorriso spontaneo.
Il nuovo contratto firmato senza indecisioni, il licenziamento e la riassunzione sbrigati in pochi secondi. La Fusco e le sue colleghe mini-pattuglia di uno stabilimento nel quale le donne sono meno di un decimo del totale dei dipendenti. “Ma qui non abbiamo mai avuto problemi nel rapportarci con gli uomini. Qui esistono intelligenze e competenze di primissimo piano, altro che operai sfaticati o assenteisti” si arrabbia la Fusco. Che a Marchionne, se avesse la possibilità di parlargli da vicino, saprebbe perfettamente cosa dire: “Gli farei i complimenti, perché le leggi di mercato vanno seguite senza indugi”. Non a caso il suo sogno nel cassetto è di diventare la prima direttrice donna di una fabbrica Fiat.
Non tutti però a Pomigliano la pensano come lei. La Fiom, ad esempio, proprio ieri ha annunciato la presentazione del primo ricorso per “condotta antisindacale” al tribunale competente per territorio, quello di Nola. Il 7 aprile sarà poi il segretario generale Maurizio Landini a spiegare nel dettaglio l’iniziativa. Dal fronte del sì, invece, c’è tutta la soddisfazione per l’avvio della “svolta”: Firn, Uilm, Ugl e Fismic guardano ai prossimi appuntamenti, dalla riassunzione dei lavoratori ex Ergom alla definizione del cronoprogramma degli ex Fiat, con la certezza di avere condiviso la scelta giusta. “Occupazione e investimenti ce li siamo conquistati”, dice Giovanni Sgambati della Uilm.
(Tratto da Il Mattino)