Pordenone, va in municipio con niqab: condannata a 30.000 euro di multa
11 Novembre 2016
Quattro mesi di arresto, convertiti in 30 mila euro di multa: è quanto disposto nel decreto penale di condanna, firmato oggi dal Gip di Pordenone Alberto Rossi, nei riguardi di una donna di origini albanesi, di 40 anni. Venti giorni fa, durante una seduta del Consiglio comunale dei ragazzi di San Vito al Tagliamento (Pordenone), la donna aveva rifiutato di farsi riconoscere, avendo il volto interamente coperto dal “niqab“, il velo islamico che lascia intravvedere solo gli occhi di chi lo indossa.
Nonostante le richieste reiterate del sindaco Antonio Di Bisceglie (Pd) di togliere il velo integrale la donna era rimasta sulle proprie posizioni, fino a quando è stata fatta allontanare dall’aula consiliare da personale della Polizia Locale. Gli agenti hanno poi completato l’istruttoria della pratica e con il supporto dei militari dell’Arma hanno provveduto a informare il pm di turno. Solo in un secondo momento, insomma, si è potuto procedere alla sua identificazione.
Il Gip Rossi, su richiesta del sostituto procuratore Federico Facchin, ha ritenuto che contro la donna si possa configurare la violazione della legge 152 del 1975, che disciplina il comportamento delle persone nei luoghi pubblici e l’obbligo di riconoscimento del volto, che per ragioni di sicurezza non può essere nascosto o travisato.
Soprattutto in virtù del fatto che tutto si è verificato in una delle nostre città che si è definita “ospitale” con i migranti. Ma che almeno si risponda con l’obbligo all’osservanza delle nostre norme. Specie se, in un momento come quello che stiamo vivendo, regna, tra le tante, la necessità di rispettare le regole mirate a garantire la sicurezza dei cittadini e dei luoghi.