Portogallo. Elezioni, i socialisti vincono ma perdono la maggioranza

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Portogallo. Elezioni, i socialisti vincono ma perdono la maggioranza

28 Settembre 2009

 

Il partito socialista (Ps) portoghese guidato da Josè Socrates è arrivato primo con il 36,5% nelle elezioni politiche, avvenute ieri, davanti al partito socialdemocratico (Psd) che si è fermato al 29,3%. Il leader socialista, che ora ha una maggioranza relativa, dovrà decidere se cercare di dar vita ad una coalizione o se guidare un governo di minoranza. I socialisti, infatti, controllano 96 seggi sul totale di 230 (mentre prima ne avevano 121) contro i 78 dell’opposizione socialdemocratica.

La vittoria del leader socialista ha smentito la parità nei sondaggi degli ultimi giorni di campagna elettorale con la rivale conservatrice Manuela Ferreira Leite.

In un discorso davanti ai militanti del partito, e poi rispondendo ad alcune domande dei giornalisti, Socrates non ha precisato se cercherà di formare un governo di coalizione o se formerà un esecutivo minoritario. Il premier uscente ha solo indicato che seguirà "tutti i passaggi istituzionali" e avvierà "consultazioni con tutti i partiti". Appare comunque problematica una coalizione di sinistra con il Bloco de Esquerda dell’ex-trotzkista Francisco Loucà, che passa dal 7% al 9,78% e diventa il quarto partito del Paese, o con i comunisti verdi della Cdu guidata da Jeronimo da Sousa (7,86%) auspicata dall’ex-presidente socialista Mario Soares. Durante la campagna i due partiti hanno accusato Socrates  di essere un pericoloso liberista, escludendo possibili intese.

Certo, dopo il voto qualcosa può cambiare. Difficile anche un patto di governo con il Centro democratico e sociale (Cds), il più a destra dei partiti di Lisbona, arrivato terzo con il 10,45%. Resta quindi la strada del governo minoritario, già praticata negli anni Novanta da un altro premier socialista, Antonio Guterres. Ma è una possibilità che pone l’esecutivo in continuo pericolo. Socrates potrà però seguire le orme del compagno e amico spagnolo Josè Luis Zapatero, anche lui costretto a governare senza maggioranza in Parlamento, esposto però a richieste e "ricatti" dei piccoli partiti in cambio di appoggi puntuali.

Il leader socialista portoghese, che nel primo mandato ha fatto una politica di risanamento economico e di riforme del mercato del lavoro duramente criticata dai partiti di sinistra, ha promesso nel secondo mandato una svolta a sinistra, quanto meno nelle riforme di società, annunciando che come Zapatero legalizzerà fra l’altro i matrimoni gay. Una linea di iniziative "progressiste" di questo tipo potrebbe rendere più facili appoggi esterni da sinistra a un governo socialista minoritario.