Portogallo vs Spagna, la resa dei conti tra due nobili decadute

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Portogallo vs Spagna, la resa dei conti tra due nobili decadute

27 Giugno 2012

Portogallo – Spagna è la prima semifinale degli Europei 2012 made in Polonia e Ucraina. Si disputerà questa sera, alla Donbass Arena di Donetsk, alle ore 20.45. Derby della Penisola Iberica, quindi. Sfida fratricida tra due Paesi dell’Europa mediterranea in serie difficoltà economico-finanziarie.

Una crisi già ufficializzata a Lisbona, a seguito del piano di salvataggio imposto dalla Troika – Fondo monetario internazionale, Commissione europea e Banca centrale europea – un anno fa. Ad inizio del mese, il Portogallo ha superato l’esame trimestrale della Troika, ottenendo in questo modo il via libera a nuovi aiuti per il mese di Luglio: 2,7 miliardi di euro dalla Commissione europea e 1,4 dal Fondo monetario internazionale. Ma le misure prese dall’esecutivo portoghese non starebbero affatto provocando gli effetti desiderati. In base alle ultime rilevazioni governative, il Pil per il 2013 dovrebbe attestarsi a un misero +0,2% a fronte di una previsione (altrettanto misera) dello +0,6% per lo stesso anno. Il rapporto debito/pil, invece, dovrebbe salire – sempre per l’anno venturo – al 118%. Più o meno sugli stessi livelli dell’Italia. Una cifra, neanche a dirlo, abnorme.

E la Spagna? Se Atene piange Sparta non ride. Pessime notizie anche per Madrid, soprattutto negli ultimi tempi. Da un lato, con l’ufficializzazione della richiesta del ministro delle Finanze Luis de Guindos, lunedì scorso, di aiuti economici dall’Unione europea. Una richiesta propedeutica alla ricapitalizzazione degli istituti di credito in difficoltà dopo lo scoppio della bolla immobiliare. Secondo quanto già deciso dai ministri delle Finanze dell’eurozona, poi, gli aiuti dovrebbero ammontare attorno ai 100 miliardi di euro e provenire dal nascituro, in vigore da Luglio, European stability mechanism (Esm).

Dall’altro, con Moody’s a declassare 28 banche spagnole a causa “dell’indebolimento della capacità di credito del governo spagnolo e dall’avvio di una revisione per un ulteriore downgrade”. Ma quali sono gli indicatori di una (sull’orlo dell’irreversibile) crisi spagnola? Di sicuro non il rapporto debito/Pil, a quota 72% e ben al di sotto della soglia critica del 100%, ampiamente sforata dal vicino Portogallo (e da Grecia e Italia, ndr). Sono i fondamentali a preoccupare, e non poco, i vertici istituzionali spagnoli e comunitari. Un dato su tutti: il tasso di disoccupazione al 25%. Oltre, evidentemente, al pessimo stato dei suoi istituti bancari. Per tali motivi, la Spagna è da mesi sotto l’attacco della speculazione finanziaria. Al riguardo, lo spread con i Bund si trova da tempo sopra la soglia dei 500 basis points, mentre il rendimento dei titoli di Stato decennali si attesta attorno al 6,5%.

Ma sul campo, vivremo tutt’altri scenari. Il Portogallo, dopo la sconfitta all’esordio contro la Germania, ha cominciato ad ingranare: vittorie contro la Danimarca per 3-2, contro l’Olanda per 2-1 e, nei quarti di finale, contro la (modesta) Rep. Ceca per 1-0, grazie soprattutto alle prodezze di Cristiano Ronaldo, fuoriclasse del Real Madrid e già autore di 3 reti. Tuttavia, il fenomeno madridista è coadiuvato da altri, ottimi giocatori: da Joao Moutinho e Raul Meireles, centrocampisti di Porto e Chelsea, a Nanì, attaccante esterno del Manchester United, fino ad arrivare al terzino sinistro nonché compagno di squadra di Ronaldo al Real Madrid, Fabio Coentrao. Un unico neo: l’assenza di un centravanti capace di garantire quel peso offensivo necessario, in termini di goal, per la conquista del titolo.

Che dire, invece, della Spagna? Somma matematica – tranne talune rarissime eccezioni – di Barcellona e Real Madrid e campione d’Europa e del Mondo in carica, la Nazionale guidata da Vicente Del Bosque punterà come sempre al possesso palla dei suoi incommensurabili palleggiatori barcelonisti. Su tutti: Xavi, Iniesta e Fabregas. “Se la palla ce l’abbiamo noi, gli avversari si stancano e sono meno lucidi quando devono ripartire”. Semplice, no? Inoltre, in questi Europei pare si stia, partita dopo partita, ritrovando anche Fernando Torres, centravanti del Chelsea, per anni in crisi d’identità a seguito di un grave infortunio al ginocchio. Insomma, un’altra freccia nel già corposo arco di Del Bosque.

Dovrebbe essere dunque una partita molto equilibrata. In questo senso, potrebbero manifestarsi i vecchi e cari tempi supplementari. E forse, perché no: anche i sempre temuti calci di rigore.