Povero Walter, gli unici amici adesso li ha a destra

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Povero Walter, gli unici amici adesso li ha a destra

15 Gennaio 2008

Adesso Veltroni è proprio nei guai e rischia il
naufragio. Ieri è corso a Palazzo Chigi per cercare di mettersi d’accordo con
Prodi. Ma il premier prima ha dichiarato che c’era “comunanza d’intenti”, e poi
si è rimesso a sparare col fucile a pallettoni contro la nuova legge elettorale
a nome e per conto dei piccoli partiti, ormai meglio noti come i nanetti.

Questi la riforma non la vogliono né scritta né dipinta e sono un tutt’uno con
Prodi. Il primo obiettivo è quello di far saltare completamente l’accordo
Veltroni – Berlusconi e, dalle parti di Palazzo Chigi, ne stanno combinando di
tutti i colori  pur di riuscirci. Prima
erano scesi in campo i magistrati di Napoli con le telefonate registrate fra
Saccà e il Cavaliere. Poi il premier, anticipato dalle dichiarazioni di quella
che ormai è diventata la sua balia, Clementone Mastella, ha ritirato fuori la
legge Gentiloni. Quella riforma della televisione che metterebbe alle corde le
tv berlusconiane. La storia del conflitto d’interessi è una delle più scandalose
della seconda repubblica: esce e rientra nei cassetti del Parlamento a seconda
delle pressioni che occorre esercitare sul Cavaliere. Ora è di nuovo il momento
di metterlo in difficoltà allo scopo di interrompere il dialogo con Veltroni?
Ed ecco riemergere fra le carte la legge Gentiloni.

Ma Prodi non si limita a questo, non solo fa da
sponda ai nanetti, non solo sventola provvedimenti minacciosi, ma trama anche
all’interno del Pd. E’ tutto un appoggiare i vari D’Alema,  Rutelli e Rosy Bindi la cui attività
principale al momento è quella di mettere i bastoni fra le ruote al povero
Veltroni.

Quest’ultimo, pover’uomo, si era illuso che con
due o tre milioni di voti (nessuno sa con certezze quanti) diventava il capo
del Pd con pieni poteri. Non sapeva che cosa l’attendeva: congiure di loft un
giorno sì e l’altro pure. L’uomo non è solo indebolito, rischia di essere
annientato e si capisce che sia bastata una frase critica su Roma, peraltro
ineccepibile, pronunciata da Benedetto XVI, per fargli saltare i nervi. La
balia Bettini è superattiva ma ormai non riesce più a tener calmo e sereno il
pupone del Campidoglio. I giornali cercano di dargli una mano sostenendo
l’improbabile tesi che se si va al referendum lui ne sarà avvantaggiato. Ma non
è così: si tratta di una pietosa bugia. Veltroni infatti ha messo la sua faccia
e la sua credibilità sulla possibilità di fare una nuova legge elettorale, se
non ci riesce questa sarà una sua sconfitta. E che sia così lo testimoniava
l’espressione di Massimo D’Alema che proprio ieri con un sorriso sarcastico
dichiarava: “Noi ci abbiamo provato, adesso facciamo gli auguri a chi ci sta
porovando ora”.

Incredibile a dirsi, in questo periodo cupo, gli
unici alleati del povero Veltroni si trovano  
a destra. Berlusconi, prima di tutti, che, nonostante le provocazioni
prodiane, tiene botta e resta aperto al dialogo. Ma per quanto, visto che il
più avvantaggiato sia che si vada al referendum sia che si scelga la strada
delle lezioni sarebbe lui? Il Cav. non è l’unico che cerca di dare una mano a
Veltroni, adesso ci si è messo anche Casini che sembra ben intenzionato a
raggiungere un accordo. Fini dal canto suo non ostacola e si dichiara disposto
al confronto.

Insomma, il segretario del Pd i suoi nemici ce li ha tutti nel
suo schieramento. E questa è la peggiore delle condizioni possibili per un
politico. Dagli amici mi guardi Dio….