Prato, a 7 anni sospeso dalla scuola: terrorizzava maestre e compagni
10 Dicembre 2016
Alla fine, dopo troppi libri dei compagni buttati a terra, diverse matite spezzate, le fughe del bambino lungo le scale, e altri gesti impropri per il contesto e per l’età , il preside ha scritto alla famiglia di Andrea, 7 anni, appellandosi a un regio decreto del 1928: “I comportamenti di vostro figlio, ripetuti, costanti ed ingravescenti, esplosivi, oppositivo-provocatori, sono patologici, da gestire in adeguata sede di cura e non in contesto scolastico”. Nove giorni di sospensione, a sette anni. Dopo due giorni precedentemente comunicati a voce. Undici in tutto. “Curatelo, non può restare in classe”, era il verdetto grossolano.
L’ultima mattina a casa è scaduta martedì scorso, ma Andrea nella seconda elementare dell’istituto da cui era stato allontanato, scuola parificata a reggenza religiosa nel cuore di Parioli, Roma borghese, non è tornato. È già in una pubblica del centro. Il preside ha raccontato che, un giorno, mentre la sua compagna di banco stava festeggiando il compleanno in classe, il bambino ha staccato un fermafogli di alluminio, puntandoglielo in un occhio. La sospensione è stata chiesta dall’insegnante di Andrea, ha precisato il dirigente scolastico ma ‘in questa storia abbiamo perso tutti: non sapevamo più che cosa fare, ecco la verità ’.
E’ inspiegabile la rezione un po’ scomposta dei genitori del bambini e dei compagni di classe che accusa la scuola di aver isolato una famiglia. Perché dovrebbe essere sempre colpa della scuola in generale, con tutti i suoi limiti e difetti, sei i bambini e i ragazzi sono maleducati?