‘Prenditori’ o imprenditori? E’ scontro tra la Regione e Ittierre

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‘Prenditori’ o imprenditori? E’ scontro tra la Regione e Ittierre

28 Giugno 2012

Per Antonio Bianchi, patron del gruppo Albisetti, non sarebbe stato facile, contando esclusivamente sulle proprie forze, rilanciare un’azienda come la Ittierre di Pettoranello che produce e distribuisce note griffe in tutto il mondo. Ma ora l’imprenditore lombardo sembra essersi dimenticato del sostegno ricevuto dalla Regione attraverso la concessione di una fideiussione da 12 milioni di euro. In una recente intervista rilasciata a un’emittente molisana, il presidente della nuova Ittierre ha puntato il dito proprio contro l’ente regionale per aver investito nell’autostrada del Molise e non aver foraggiato altri soldi alle imprese, in particolare alla sua.

Per il patron della newco di Pettoranello quei 200 milioni di euro potevano essere invece impiegati per rilanciare le imprese locali in crisi. E, perché no, qualcosa la si poteva dare anche alla stessa Ittierre. “Una impresa che impiega 700 persone – ha detto Bianchi a Teleregione  – avrebbe bisogno delle istituzioni. Ma la Regione è assente. Lo dico con rammarico perché ho avuto tante promesse, ma non ho avuto risposte concrete. Non chiedo favori o regali, ma almeno la consapevolezza da parte dell’ente che l’Ittierre sta facendo di tutto per poter non solo mantenere gli impegni occupazionali, ma andare oltre”.

In effetti Bianchi è andato oltre le previsioni iniziali: alla fine di quest’anno si doveva arrivare a quota 500, mentre si è già superata l’asticella delle 700 assunzioni. Qualcuno ha pensato a un attacco politico, più che imprenditoriale. Forse perché, qualche settimana fa, a pochi giorni dal ballottaggio delle Comunali di Isernia, non è passata inosservata la presenza di Bianchi al comizio di Nichi Vendola.

Sta di fatto, comunque, che l’imprenditore chiede una Regione più presente, ad esempio concedendo finanziamenti a tassi agevolati. “Se avessimo un appoggio non solo a parole ma anche con fatti concreti, potremmo occupare più persone, allargare l’indotto. Invece possiamo contare solo sulle nostre forze”, ha detto ancora l’imprenditore comasco nell’intervista che, inevitabilmente, ha provocato reazioni. Come ad esempio quella di Michele Scasserra, assessore regionale alle Attività produttive. Oltre a ricordare una serie di progetti e finanziamenti a favore delle piccole imprese in crisi, ha inteso fare questa precisazione : “Non è vero che l’Ittierre è stata lasciata sola. La Regione si è impegnata, con convinzione, nel rilascio di importanti  fideiussioni milionarie che hanno consentito al gruppo Albisetti di rilevare un’azienda storica dal non certo trascurabile know how, in cui la Regione e il territorio hanno sempre creduto. Anche il progetto di formazione on the job’ – ha ricordato Scasserra – sposato dalla Regione, costituisce una prova evidente dell’impegno istituzionale nei confronti di questa grande azienda, per la quale la Regione sta continuando ad impegnarsi . Non solo. Nell’ambito del progetto Italia-Brasile, abbiamo chiesto e ottenuto di poter essere capofila nazionale del settore moda facendo leva sulle opportunità che si sarebbero potute cogliere, a livello mondiale, per l’Ittierre e per tutto il settore tessile molisano. Con molto rammarico – ha concluso l’assessore regionale – abbiamo dovuto costatare che nessun rappresentante del gruppo Bianchi ha partecipato a questa missione in Brasile, nonostante le promesse”. 

Parole, queste, che fanno capire che la relazione tra Bianchi e la Regione è ormai arrivata ai titoli di coda. Che Bianchi abbia già pronta la valigia per “accasarsi” con gli amici molisani (leggi: centrosinistra) di Vendola? Si sta forse preparando il terreno nel caso in cui il centrodestra dovesse perdere le prossime elezioni? Più di qualcuno, anche solo come battuta, questa provocazione l’ha lanciata, anche se i fatti, per ora, dicono altro: da un lato c’è un imprenditore che chiede maggiore sostegno, dall’altro c’è un’istituzione che più di tanto non può fare. Perché in un periodo di forte crisi come questo non ci si può concentrare solo su una grande azienda, lasciando indietro tutte le piccole, la vera spina dorsale dell’economia molisana.

Certo è che la Regione, in questa polemica, ha trovato un insperato “avvocato difensore" in un ex fornitore della Ittierre, Vittorio Monaco. Oltre a ricordare gli impegni istituzionali nei confronti della new company, ha lanciato questa provocazione: “Se, come Bianchi predica da un anno a questa parte, l’Ittierre sta facendo faville, ha vendite stratosferiche, non si contano più i marchi in licenza, ebbene rinunci alla garanzia della Regione. Così facendo, libererà l’ente regionale dall’impegno finanziario bloccato sulla posizione della nuova Ittierre e renderà disponibili tali risorse (12 milioni) per offrire pacchetti di garanzia da destinare alle aziende molisane dell’indotto tessile. Ma se i commissari hanno richiesto tale garanzia – ancora Monaco – probabilmente non si fidavano. Ragion per cui se Bianchi è al vertice della Ittierre lo deve solo alle garanzie della Regione”.  

Monaco ha inoltre espresso perplessità anche sulle assunzioni: “Dal primo febbraio, a seguito di espressa richiesta della nuova Ittierre, è stata approvata la cassa integrazione straordinaria, a zero ore per 24 mesi, per 550 dipendenti dello stabilimento. Per tali unità lavorative la Regione si è impegnata a finanziare la cosiddetta formazione ‘on the job’, vale a dire: lavora alla Ittierre, tanto paga la Regione’. Di quelle risorse umane ‘a costo zero’ l’Ittierre ne ha beneficiato eccome. Ed è solo grazie all’intervento delle istituzioni molisane, non certo per grazia di Antonio Bianchi, che quelle stesse persone non sono già in mezzo a una strada”.

Ma anche Bianchi ha trovato il suo avvocato d’ufficio in una ex rappresentante sindacale della Ittierre, Donatella Petrino. Che a proposito della fideiussione, precisa: “Tale operazione – ha scritto su Altromolise.it – è solo un rafforzamento della fiducia in un’impresa e non la dazione di denaro. Il contributo ‘on the job’ sono soldi stanziati dalla Regione a pagamento delle fatture per le società che organizzano i corsi, quindi non c’è alcun beneficio economico per la nuova Ittierre, se non la riqualificazione del personale. E la cassa integrazione viene erogata dall’Inps e non dalla Regione”. La Petrino ricorda inoltre “che tutte le imprese di grandi dimensioni nel Molise hanno usufruito da sempre di contribuzione pubblica e di leggi agevolate in quanto l’occupazione di migliaia di lavoratori è uno degli obiettivi principali delle amministrazioni locali. Quindi – ha concluso – un imprenditore che ha in forza 720 lavoratori,  ha quanto meno il diritto di chiedere il sostegno di elementi contributivi statali o regionali, alla stregua di qualunque attività produttiva”.

Qui, però, viene toccato un argomento spesso trascurato, ma sul quale sarebbe il caso di aprire un dibattito. In Molise molte grandi aziende (non tutte, per fortuna) pretendono sempre e comunque soldi dalla Regione per andare avanti. E a volte neanche riescono a farseli bastare, visti alcuni clamorosi fallimenti. Più in generale, con gli aiuti pubblici – diciamocelo – è fin troppo facile fare impresa. Visti i pessimi risultati ottenuti da alcune importanti industrie molisane, sarebbe matematicamente impossibile fare peggio. In tempi come questi in Molise c’è bisogno di imprenditori veri, che investano proprie risorse. Di “prenditori” ce ne sono già abbastanza.