Presidente Berlusconi è giunta l’ora di buttare giù qualcuno dal predellino
04 Dicembre 2009
di Milton
Siamo alle comiche finali, quelle che vennero evocate ai tempi del predellino dagli stessi che poi sul predellino, probabilmente turandosi il naso, ci salirono, eccome, per guadagnarsi poltrone istituzionali.
La scena è la seguente. Durante un convegno, evidentemente privo di interesse, un Procuratore della Repubblica e il Presidente di uno dei rami del Parlamento (povero Barone di Montesquieu!) amabilmente discutono, come due amici al bar, di come le dichiarazioni (che evidentemente loro conoscono nel dettaglio) di un pentito di mafia, siano una bomba atomica per il futuro politico e personale del Presidente del Consiglio in carica. Tra un sorrisetto e l’altro disquisiscono poi sulle attitudini dispotiche ed imperiali dello stesso Presidente del Consiglio, ipotizzandone, naturalmente in maniera simbolica, la decapitazione.
Insomma si potrebbe dire: da “Berretti Verdi” a Stanlio e Olio passando per Hanna Arendt. Un percorso culturale tortuoso assai per il Presidente della Camera, con una conclusione a dir poco comica. Non si trova infatti altro aggettivo per descrivere la maldestra chiacchierata dei novelli Laurel e Hardy che beatamente sghignazzano disquisendo di mafia, pentiti e ghigliottine, pregustando fremiti vibranti al solo pensiero di un avviso di garanzia recapitato al pericoloso dittatore. Se queste sono le nostre istituzioni, se questi sono coloro a cui è stata affidata la nostra giustizia, siamo davvero nel paese delle banane
Come tutte le comiche anche questa tuttavia nasconde una verità maledettamente seria: la crisi nel PdL è aperta e la governabilità è compromessa. E’ vero, già ieri le colombe e i ricucitori di professione si sono messi al lavoro, e probabilmente riusciranno a rinviare la fine, ma l’agonia rischia di compromettere irrimediabilmente il futuro del PdL. Il tempo logora il Presidente del Consiglio indubbiamente accerchiato dalla magistratura politicizzata, dalla banda di Repubblica e dall’ “altra destra” del PdL. Da mesi non si parla d’altro che di veline, escort, processi e avvisi di garanzia in arrivo. L’opera del governo sembra paralizzata ed aver, in maniera benemerita, evitato l’assalto alla diligenza, senza aver però messo in cantiere nessuna riforma in campo economico, impedirà al Paese di agganciare la ripresa e avviare una fase di sviluppo degna di questo nome. Ciò non potrà che portare ad un deterioramento del consenso (le elezioni quasi sempre si vincono sulle questioni economiche e sulla percezione dei cittadini del loro stato di benessere), a un isolamento, sempre più marcato, del Presidente del Consiglio e – per usare una formula cara alla prima repubblica – ad un inevitabile governo di salute pubblica che traghetti il Paese a nuove elezioni, alle quali il PdL arriverebbe indebolito e perdente.
Per questo Presidente Berlusconi è venuta l’ora (oggi, perché domani potrebbe essere troppo tardi) di salire ancora una volta sul predellino, chiamare a raccolta gli elettori e chiedere loro cosa ne pensano. Questo volta però con alcune accortezze e lasciando al loro destino alcune inutili zavorre. Per esempio quelli che vogliono costruire l’ “altra destra”, questi nuovi oracoletti da salotto che ogni giorno “corsivizzano” su Ff web magazine, riempiendosi la bocca di ovvietà politically correct e beatificandosi degli applausi di una sinistra che li vede mero strumento del nuovo antiberlusconismo. Ebbene cari professorini, l’ “altra destra” costruitela da soli, “i soldatini, i signorsì, le non teste pensanti” al servizio del despota che “confonde il consenso con l’immunità”, si sono stufati di portarvi i voti, scendete dai vostri piedistalli, fatevi il vostro partito (potreste chiamarlo “L’elefantino”) e cercatevi il consenso.
Un consiglio: perché non iniziate a cercare adepti già da domani al “No B Day”, tra i soliti clown, ballerine e quello stuolo di pagliacci organizzati bardati di viola?