Prevenzione e repressione, una road map per il contrasto alla corruzione
19 Dicembre 2012
"Corruzione contro Costituzione". È il titolo dell’ultimo numero della rivista Percorsi Costituzionali della Fondazione Magna Carta presentato ieri, a Palazzo Giustiniani, alla presenza del presidente del Senato, Renato Schifani, e del ministro della Giustizia, Paola Severino. Un’occasione per fare il punto sui primi risultati della legge anticorruzione approvata dal Parlamento e per tracciare le prossime tappe della road map sul contrasto di quella che, a tutti gli effetti, è una piaga per il nostro Paese.
Un fenomeno, la corruzione, che ha assunto nel tempo una connotazione sistemica, "caratterizzata – spiega il direttore della rivista, Prof. Giuseppe de Vergottini – da una pluralità di comportamenti che fra loro si intrecciano e si moltiplicano a cascata" e al quale la legge pone un importante argine. Lo sottolinea per primo nel suo intervento di saluto il presidente Schifani, per il quale nel contrasto alla corruzione "la legge numero 190, appena approvata dal Parlamento, è il punto di partenza" e lo ribadisce il ministro Severino, convinta che "il tempo darà ragione alle scelte fatte e al loro significato".
Le nuove disposizioni intervengono sul doppio binario della prevenzione e della repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione, secondo il principio per cui per arginare questo fenomeno è necessario intervenire prima di tutto sulle sue cause e sui fattori che ne hanno consentito l’avanzamento. La corruzione, dice Schifani, "ha riflessi negativi sulla crescita del Paese e sulla qualità del suo assetto civile e sociale, altera la libera concorrenza, favorisce la concentrazione della ricchezza a grave danno dei non corrotti, mina alla radice la fiducia dei mercati e delle imprese provocando una perdita di competitività che allontana gli investimenti" ed è perciò "uno dei più perniciosi fattori di disgregazione economica oltre che sociale". Motivo per cui, conclude il presidente del Senato, "serve un cambiamento culturale complessivo sia nella società che nelle amministrazioni".
Intervenendo alla tavola rotonda, il Guardasigilli Paola Severino si è detta soddisfatta per i primi riscontri positivi ottenuti dalla legge anticorruzione, in particolare per l’apprezzamento espresso dall’Ocse sull’aumento delle pene edittali e sulla commissione insediata al ministero per riformare la prescrizione. Segni positivi, spiega il ministro, "sono arrivati anche, dopo un ampio dibattito, sulla continuità normativa" e in relazione agli obblighi internazionali già assunti dall’Italia che la legge, finalmente, recepisce. Sul vuoto normativo colmato dal provvedimento si è soffermato soprattutto il Primo presidente della Cassazione, Ernesto Lupo, intervenuto alla presentazione della rivista insieme al Presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino.
A confronto, dunque, due diversi profili, quello penale e quello amministrativo, che costituiscono due facce del fenomeno corruttivo, visto che "oltre al prestigio, all’imparzialità e al buon andamento della pubblica amministrazione – sottolinea Giampaolino – la corruzione sistemica pregiudica l’economia pubblica e la stessa legittimazione delle pubbliche amministrazioni". Su questo tipo di impostazione e con un taglio comparato rispetto alla normativa internazionale in materia di corruzione, si sviluppa l’impianto della rivista, come hanno spiegato il direttore de Vergottini e il coordinatore Tommaso Edoardo Frosini, i quali hanno anticipato anche i contenuti del prossimo numero, incentrato su un altro tema all’ordine del giorno, quello la regolazione delle lobby.
Su questo fronte, come su molti altri, è stato lo stesso ministro Severino a richiamare l’attenzione, visto che si tratta di questioni prioritarie e strategiche nell’agenda del paese. Dunque, si è complimentata con la Fondazione Magna Carta e con il suo presidente onorario, Gaetano Quagliariello, per il rigore scientifico con cui è stata condotta l’analisi e per la sensibilità dimostrata verso un tema sul quale da anni si dibatte e che è stato oggetto, peraltro, dell’attenzione del precedente governo. La legge anticorruzione approvata dalle Camere – spiega Quagliariello, che è anche vice capogruppo vicario del Gruppo Pdl al Senato – "nasce da una proposta che fu firmata dall’allora Guardasigilli Alfano e che poi ha avuto un iter che l’attuale ministro della Giustizia ha portato a compimento. All’interno di questo iter molte cose sono state fatte, altre – conclude – devono essere perfezionate". Sul punto concorda anche Severino, convinta del fatto che sul fronte della lotta alla corruzione ci sia ancora molto lavoro da fare ma che la strada intrapresa sia quella giusta.
"La rivista Percorsi costituzionali – per Quagliariello – è la dimostrazione di come una parte della politica agisca in queste materie con serietà e in profondità evitando facili demagogie. È facile fare un discorso contro la corruzione. È molto più difficile – conclude – fare delle norme che possano effettivamente funzionare in questo campo e il nostro paese ne ha bisogno per riprendere, anche sotto questo profilo, quella credibilità che a livello internazionale oggi è un bene prezioso".