Primarie Pd, identikit del popolo che Renzi si è perso per strada
03 Maggio 2017
I pensionati riconsegnano il Pd a Renzi. Non è una battuta, bensì il profilo dell’elettorato che domenica scorsa ha riconsacrato l’ex premier nuovo segretario Dem. A rivelarlo è stato Ilvo Diamanti che su Repubblica ha diffuso i dati relativi ad una indagine di CLS che ha certificato che il 65% degli elettori renziani alle primarie Dem è un over 55. In totale, circa il 42% degli elettori della consultazione di domenica sono pensionati.
Dunque, proprio grazie al “popolo dai capelli grigi”, come lo ha definito Diamanti, l’affluenza ai gazebo ha retto all’evidente emorragia di elettori rispetto alle primarie del 2013. In attesa di sapere i dati definitivi che, a tre giorni dalla consultazione, ancora tardano ad arrivare, se sarà confermato che domenica scorsa i votanti sono stati 1.848.658, questo significa che sono mancati all’appello un milione di elettori rispetto al 2013. In pratica, uno su tre. Il calo della partecipazione lascia intendere come prosegua l’emorragia di consensi in una parte del tradizionale elettorato di sinistra: insegnanti, statali, artigiani e piccoli imprenditori nelle regioni rosse, “under 25”. Tutti i delusi dal governo Renzi.
Ed è proprio nelle regioni rosse, tradizionale serbatoio di voti dal Pci fino al Pd, che il calo dell’affluenza ai gazebo è più evidente. Rispetto al 2013, in Emilia-Romagna il crollo è stato del 47%, mentre nelle Marche circa del 49,4%. Stessa storia in Toscana e Umbria dove gli elettori Pd si sono dimezzati. Ma è evidente che non si può attribuire il calo soltanto all’assenza dei seguaci degli scissionisti di Bersani e D’Alema, visto che i sondaggi sulle intenzioni di voto quotano Articolo 1 su percentuali sotto il 5%.
E allora, numeri alla mano, i novecento mila voti in meno rispetto alla scorse primarie suonano come un chiaro messaggio a Renzi: non è più il leader di una volta. La sua capacità di impatto sull’elettorato di opinione si è affievolita. E quindi la possibilità di sfondare in quell’area di elettori che dicono di essere “nè di destra nè di sinistra” si sta gradualmente sfaldando. Forse tutti, anche i più “rossi” elettori Pd, hanno capito che dietro all’annuncite e alla retorica renziana in realtà c’è solo l’ambizione di rimanere ben saldo alla poltrona.