Tremila schede bianche su 44 mila votanti alle primarie del Pd romane. I votanti delle primarie del centrosinistra a Roma non sono più 47.317, i "quasi cinquantamila" che erano una sorta di soglia minima fissata dal partito per evitare il flop dell’affluenza, ma diventano 44.501. I voti non validi, tra schede bianche e nulle, da 3.700 (con oltre 2.800 bianche) si riducono a 894, con 567 bianche, 326 nulle e una scheda contestata.
Numeri che certificano il flop del partito democratico nella consultazione romana. Le primarie dovevano ridare tono a un partito schiaffeggiato da Mafia Capitale, dal lungo commissariamento Orfini e dalla vicenda Marino, ma il risultato è un teatrino mal gestito, un «pasticcio» organizzativo. La disorganizzazione sembra regnare sovrana: «Abbiamo conteggiato male le schede bianche dei Municipi, aggiungendole a quelle dei candidati a sindaco», provano a metterci una pezza gli organizzatori.
Ma precisamente cosa è successo? Nella Capitale, oltre alla sfida tra «i due Roberto», Giachetti e Morassut, in quattro municipi si sceglievano anche i candidati presidente. Risultato, in alcuni territori c’erano due schede, in altri una sola. Solo che, mentre quasi tutti gli elettori Pd conoscono Giachetti e Morassut, magari in molti non sapevano nulla del candidato municipale. E, in quel caso, hanno lasciato bianca la scheda. Quei voti, secondo gli organizzatori dem, sarebbero finiti nel conteggio generale, alterando il dato: le oltre 2.800 «bianche» iniziali sarebbero il frutto di una proiezione sbagliata.
Polemiche anche sull’arrivo dei dati dopo lo spoglio e sulle versioni contrastanti circolate nelle ore successive al voto. Sembra che Giachetti e Morassut domenica si fossero telefonati per dirsi di «evitare pasticci», ora Giachetti si chiede «vorrei sapere chi è questo genio…» che ha causato i problemi appena descritti ma resta il sospetto che si sia trattato di un tentativo, fallito, di gonfiare l’affluenza.
La sinistra Pd alza il dito verso Orfini, accusandolo di nascondere la polvere sotto il tappeto. "Le schede bianche usate per gonfiare i dati dell’affluenza? Se confermato si tratterebbe di un tentativo ridicolo". Il coordinatore Fabio Melilli invece chiede ancora chiarezza: «Vedere messo in discussione il faticoso lavoro di queste settimane è davvero paradossale. Questo accade perché si è registrato un dato, oggettivamente anomalo, nelle schede non votate. Tutto ciò non altera il risultato, non cambia il giudizio politico sull’affluenza ma sembra getti un’ombra sulle nostre primarie. È bene allora fare chiarezza in modo definitivo. Per questo ho chiesto ai responsabili dell’organizzazione una verifica puntuale dei dati in loro possesso».