Primavera araba, non solo Fratelli musulmani: chi sono i salafiti?
08 Ottobre 2012
La Primavera araba ha determinato un rinnovato interesse per i movimenti integralisti islamici da parte della comunità internazionale, e in particolare ovviamente verso i vincitori: i Fratelli musulmani.
In Egitto, in Tunisia, in Yemen, nel governo marocchino, hanno preso loro le redini, mentre in Libia la situazione è ancora incerta e la guerra civile in Siria prosegue ( ma già sono note le infiltrazioni islamiste, persino qaediste, tra i ribelli contro Bashar al-Assad).
Così sembrano essere passati in secondo piano agli occhi del mondo, coloro che sono arrivati “secondi” in quasi tutte le elezioni “post-Primavera”: gli ultraconservatori salafiti (ufficialmente avversari dei Fratelli musulmani, non sono in realtà meno temibili di loro).
Questi ultimi, dicevamo, sono passati in secondo piano almeno fino alla recentissime proteste contro il famoso film su Maometto “Innocence of Muslims” (“L’innocenza dei musulmani”); proteste rivelatesi particolarmente violente in Egitto (il regista della pellicola , Nakoula Basseley Nakoula, è un copto-statunitense).
Ecco, qui i salafiti si sono fatti sentire come non mai da un anno a questa parte e l’Occidente non può più ignorarli. Ma chi sono costoro? Che cosa vogliono? In che cosa si differenziano dai Fratelli musulmani?
Il salafismo moderno si basa su un’austera interpretazione dell’islam, su un ritorno agli insegnamenti letterali del Corano e della Sunna, la raccolta dei fatti e dei detti di Maometto, il quale notoriamente è il sommo esempio da seguire per ogni musulmano. Poi vengono considerati i Compagni del Profeta dell’islam.
Secondo i salafiti il pensiero non-islamico ha contaminato il “vero” islam per secoli, perciò deve essere respinto con tutte le forze (il pensiero effettivamente non islamico, ma anche quello che, a loro avviso, non è islamico, come il pensiero islamico moderato e liberale).
I salafiti sono un’agguerrita minoranza non solo tra musulmani in generale, bensì anche tra gli integralisti islamici.
A differenza dei Fratelli musulmani, essi non appartengono ad una singola organizzazione, ma comprendono una varietà di predicatori, gruppi societari e, solo di recente, partiti politici, non necessariamente uniti ideologicamente.
Per la maggior parte della loro esistenza, i salafiti hanno snobbato la politica, preferendo un ruolo più morale e spirituale con la gente; già sostenevano la necessità di uno Stato islamico (califfato), ma ritenevano che questo non potesse nascere senza un “ritorno” delle persone al famoso “vero islam”. Tuttavia esso non doveva essere ripristinato con il jihad violento in stile Al-Qaeda.
Inoltre i salafiti si potevano permettere di stare lontani dalla politica, perché avevano il sostegno dell’Arabia Saudita (nonostante alcune divergenze politiche).
Tuttavia questa situazione durò fino alla Guerra del Golfo nel 1991, quando l’Arabia Saudita fu costretta a permettere a circa 500.000 soldati americani di stanziarsi nel regno per proteggerlo contro Saddam Hussein, dopo l’occupazione del Kuwait.
La permanenza di soldati “infedeli” sulla terra più sacra per i musulmani, provocò un’ondata di sdegno nel mondo islamico e ciò diede il pretesto ai salafiti per cominciare ad interessarsi delle questioni politiche brandendo la spada dell’islam.
Ma ci vollero vent’anni per la formazione di un vero e proprio pensiero politico salafita, mentre, nello stesso tempo, il movimento si stava alienando le simpatie saudite ( il regno degli Al-Saud stava infatti mobilitando l’establishment religioso contro di loro).
Poi vennero l’11 settembre e la guerra degli USA contro il terrorismo jihadista, con una pressione internazionale e soprattutto americana, per la democratizzazione del mondo arabo.
In seguito però, i salafiti conobbero una notevole espansione, soprattutto in Egitto e in Tunisia, attraverso le loro associazioni caritative e nel lavoro comunitario, un po’ come fanno i Fratelli musulmani.
Sciolsero i loro piccoli gruppi politici formali, perché i regimi bloccavano le loro azioni, ma nello stesso tempo essi prendevano sempre più piede per quanto riguarda le infrastrutture.
Diversamente dai Fratelli musulmani che preparavano la loro macchina politica da 80 anni (partendo dall’Egitto dove sono nati), i salafiti erano ancora più impreparati di loro alla “Primavera araba”, iniziata con le proteste liberali. Sta di fatto che sono riusciti ad imporsi, loro che hanno sempre bollato la democrazia come “anti-islamica”.
In Egitto hanno creato due loro partiti, an-Nour e al-Asala, e un loro candidato si è proprio presentato alla prime elezioni libere post-Mubarak: si tratta di Hazem Salah Abu Ismail, silurato paradossalmente perché accusato di avere una madre cittadina americana (cosa da lui negata).
E ora i salafiti stanno distruggendo, insieme ai Fratelli musulmani, ogni speranza di libertà e giustizia nei Paesi in cui sono imposti attraverso democratiche elezioni.