Primi 6 arresti a Napoli contro l’abbandono di rifiuti

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Primi 6 arresti a Napoli contro l’abbandono di rifiuti

09 Novembre 2008

 Sono sei, tutti italiani e sono stati sorpresi a smaltire materiale di risulta proveniente da lavorazioni industriali, mobili da cucina, bombole di gas, materiale ferroso e calcinacci. Si sono giustificati con i carabinieri dicendo di non sapere nulla delle misure adottate dal governo per inasprire le pene, pur essendo consapevoli di commettere reato nel gettare rifiuti pericolosi e speciali e, di fatto, sono le prime ‘vittime’ del provvedimento del governo sul decoro urbano.

Il decreto 172/2008, approvato dal consiglio dei ministri il 31 ottobre scorso, è chiaro. All’articolo 6 recita: chiunque in modo incontrollato o presso siti non autorizzati abbandona, scarica, deposita sul suolo o nel sottosuolo o immette nelle acque superficiali o sotterranee rifiuti pericolosi, speciali o rifiuti ingombranti domestici e non, di volume pari ad almeno 0.5 metri cubi e con almeno due delle dimensioni di altezza, lunghezza o larghezza superiori a cinquanta centimetri, è punito con la reclusione fino a tre anni e sei mesi. Non solo, secondo il decreto, se l’abbandono, lo sversamento, il deposito o l’immissione nelle acque superficiali o sotterranee riguarda rifiuti diversi si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da cento euro a seicento euro.

Il primo arresto è avvenuto l’altro ieri pomeriggio nel quartiere Pianura, dove i carabinieri della compagnia Rione Traiano hanno sorpreso un 32enne, Vitale Varchetta, che con la sua Ape Piaggio in via Pallucci scaricava alcune bombole, un frigo, del ferro e altri oggetti. Varchetta non è in carcere ma a piede libero perché il pubblico ministero della Procura di Napoli ha chiesto il rito ordinario e non il rito direttissimo.

A Poggioreale, i carabinieri della stazione San Giovanni a Teduccio hanno sorpreso stamattina Gennaro Esposito, 39 anni, e Erminio Beato, 62enne, noti alle forze dell’ordine, mentre in via Brecce s.Erasmo, divenuta una sorta di discarica a cielo aperto, scaricavano dal loro furgone buste di plastica, ferro, cartone, plastica, lattine, vetro e altri rifiuti. Sempre a Poggioreale, i carabinieri della compagnia locale hanno fermato Salvatore Zinno, 26 anni, Domenico Manzo, 68 anni, e Giovanni Amodio, 40 anni, anch’essi noti alle forze dell’ordine per ricettazione e reati contro il patrimonio, gestori di 2 box, costruiti abusivamente in via De Roberto senza autorizzazione. I tre hanno effettuato deposito e raccolta di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, tra cui scarti di olio motore e pastiglie per freni. Proprio quest’area, dove dovrebbe sorgere il termovalorizzatore cittadino, sarà controllata più intensamente nelle prossime ore, con particolare riguardo, hanno riferito i militari, per il cosiddetto cimitero delle moto e delle auto. Nella zona, infatti, ci sono numerosi sfasciacarrozze.

Oltre ai sei arresti, Napoli conta oggi anche 4 denunce: nel quartiere Bagnoli, i carabinieri li hanno sorpresi in via Coroglio, mentre scaricavano nei cassonetti della raccolta di rifiuti solidi urbani, tre sacchi contenenti materiale di risulta, resine, provenienti da lavorazione industriale, che dovrà essere ora analizzato. "Per i quattro – hanno spiegato i carabinieri – non si sono presentate le stesse modalità di Varchetta anche perché stavano scaricando i rifiuti all’interno di un cassonetto e non sulla strada".

Soddisfatto il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, che ieri aveva auspicato un’estensione delle norme "su tutto il territorio nazionale" e "a tutte le Regioni" in modo da "sfruttare l’esperienza campana per risolvere i problemi dei rifiuti in tutta Italia". I sei arresti, secondo Bertolaso, devono rappresentare un "valido deterrente nei confronti di ulteriori possibili sversamenti illegali", ma sono anche la "conferma del continuo e costante impegno da parte delle strutture dello Stato volte al rafforzamento della capacità di controllo del territorio".

Gtz