Oggi deve essere un’occasione per parlare di tutti i lavori, dipendenti e indipendenti, questi ultimi spesso invisibili e meno rappresentati e tutelati. Soprattutto occorre fare i conti con il combinato disposto prodotto negli ultimi anni dalla crisi finanziaria, dalla costante innovazione delle tecnologie, dal globalismo con le sue luci e le sue ombre. Una festa che andrebbe dedicata soprattutto al Mezzogiorno e ai giovani, come ha detto il presidente Mattarella. Per chi ha cuore il binomio lavoro e libertà economica, in ogni caso, questa festa non può che riassumersi in una parola chiave, strategica per il futuro: merito. Come nella riforma della sanità voluta dal ministro Beatrice Lorenzin per razionalizzare ed efficientare i processi del sistema sanitario. Una rivoluzione per rendere il lavoro nella PA qualcosa di performante, legato a una valutazione di come viene gestito e portato avanti un processo produttivo. Obiettivi alti per i manager pubblici, certamente, ma è un discorso che in fondo vale per ognuno di noi.