Privacy, la Cassazione dà ragione al Cav. e sequestra 15 foto al Corsera
29 Aprile 2008
di redazione
Finalmente è arrivata la sentenza della Cassazione. La vita privata di Silvio Berlusconi non può essere saccheggiata dai teleobiettivi dei
paparazzi e gli scatti non possono essere pubblicati senza il consenso del
diretto interessato.
Lo sottolinea la Cassazione – con la
sentenza 17408 – che ha dato torto al quotidiano ‘Corriere della Sera’
confermando il sequestro di 15 foto di Berlusconi in compagnia di alcune ragazze nella sua villa in Sardegna.
Il quotidiano di Via Solferino, difeso da Caterina Malavenda,
ha sostenuto che la legge sulla stampa – a tutela della libera
manifestazione del pensiero – sancisce la piena libertà di
pubblicazione degli stampati. Dunque, per il Corsera, era lecito far vedere ai
lettori le foto di Berlusconi (già pubblicate da Oggi) immortalato, nell’aprile 2007, con
alcune giovani ragazze nel parco di Villa Certosa.
Ma la Suprema Corte – in nome della tutela della
riservatezza, della Convenzione sui diritti dell’uomo e della
giurisprudenza comunitaria – ha
affermato che “il privato domicilio è tutelato dalle norme
sulla privacy che prescrive l’uso corretto delle tecniche
invasive”, pertanto serve “il consenso” del diretto
interessato per scattare foto.
Quindi “non possono farsi rientrare tra gli stampati e
le copie di quotidiani o di giornalisti periodici, le fotografie
ritraenti atteggiamenti della vita privata ottenute con una
condotta costituente reato, mediante intrusione in luoghi di
privata dimora con mezzi tecnici particolari, perchè esse non
attengono alla manifestazione del pensiero, non trasmettono
idee”. Con buona pace del Corsera.
A sostegno della propria decisione, i giudici di Piazza
Cavour ricordano che, in un caso analogo, la Corte europea aveva
dato ragione alla principessa Carolina di Monaco in una causa
contro la Germania. I tribunali tedeschi, infatti, sono stati
ritenuti ‘colpevoli’ di aver autorizzato la pubblicazione di
foto rubate alla vita privata della ‘first lady’ monegasca,
moglie del principe Ernst di Hannover che azionò la causa.
Nel caso di Berlusconi e di quei famosi scatti che tanto fecero scalpore – per le
quali Berlusconi aveva presentato denuncia – non sono stati mai
individuati i fotografi autori degli scatti, ma ai fini del
sequestro del materiale non ha alcuna importanza che il
procedimento penale – per violazione della privacy – “sia stato
avviato contro ignoti”, conclude la Cassazione.%3C/p>